La Federal Reserve (Fed) potrebbe tagliare i tassi di interesse per altre volte. A sostenerlo è un rapporto dell'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE), secondo cui il costo del denaro negli Stati Uniti si collocherà nell'intervallo
3,25%-3,5% entro la primavera del 2026.
Attualmente i tassi Fed stazionano al 4%-4,25% dopo che la Banca centrale statunitense ha effettuato una riduzione di un quarto di punto nell'ultima riunione del 16/17 settembre.
In quell'occasione, il presidente Jerome Powell ha segnalato altre due sforbiciate in arrivo prima della fine dell'anno, citando la debolezza del mercato del lavoro. Nella precedente proiezione, invece, l'istituto monetario aveva indicato solo due tagli complessivi (quindi considerando quello che poi è stato implementato a settembre).
Fed: perché l'OCSE prevede tre tagli
L'OCSE è convinto che la Fed sarà più accomodante perché l'economia e il mercato del lavoro negli Stati Uniti rallenteranno, anche se l'inflazione si mantiene superiore al target di lungo periodo del 2%. Nello specifico, l'ente economico internazionale stima che il Pil statunitense crescerà dell'1,8% quest'anno, segnando un regresso dal 2,8% del 2024.
Inoltre, scenderà all'1,5% nel 2026. Tuttavia, le proiezioni dell'istituto con sede a Parigi per il 2025 sono di 0,2 punti percentuali più forti rispetto alla pubblicazione di giugno, mentre sono rimaste invariate con riferimento all'anno prossimo.
Per l'OCSE, l'economia si è mostrata resiliente dinanzi ai dazi imposti dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump perché sostenuta dai grandi investimenti tecnologici, in particolare sull'intelligenza artificiale.
A preoccupare però è il mercato del lavoro, giacché "l'aumento della disoccupazione e il calo delle offerte hanno indicato un indebolimento" e aprono "la strada per ulteriori riduzioni dei tassi", sottolinea l'OCSE. Il concetto è stato ribadito in un'intervista da Álvaro Pereira, capo economista dell'istituto.
"Il mercato del lavoro non sta andando bene come prima", ha detto. "Dato il recente cambiamento da parte della Fed, ci aspettiamo che ci sarà probabilmente un altro taglio dei tassi di riferimento quest'anno e probabilmente due all'inizio del prossimo".
Importanza indipendenza della Banca centrale
L'OCSE ha segnalato anche quanto sia importante che la Fed mantenga l'indipendenza in modo da "preservare la credibilità della politica e ridurre la volatilità e la persistenza dell'inflazione". L'autorità monetaria ha dovuto resistere alle forti pressioni esercitate da Trump per tagliare con più forza i tassi di interesse.
Nel meeting della scorsa settimana, le decisioni sono state sostenute da 11 dei 12 membri dell'istituto. L'unico dissenziente è stato Stephen Miran, da poco nominato da Trump a far parte del Consiglio dei governatori. Miran ha votato per un abbassamento di mezzo punto percentuale e sostiene che i tassi dovranno essere ridotti altre cinque volte di 25 punti base ciascuna.
A suo avviso, i tassi statunitensi sono di quasi 2 punti percentuali più alti rispetto al livello necessario e che ci sarà spazio per altri accomodamenti grazie alle entrate derivanti dai dazi e all'impatto disinflazionistico conseguente al giro di vite sull'immigrazione.