Oggi è il gran giorno della decisione sui tassi della Fed: alle 20 italiane l’istituto con sede a Washington annuncerà la sua decisione in materia di saggio sui Fed Funds mentre mezz’ora dopo l’appuntamento è con la conferenza stampa del chairman Jerome Powell.
Dopo la pausa messa in campo nel meeting di giugno, che ha interrotto una serie di 10 rialzi consecutivi, tra gli analisti c’è un consenso generalizzato su una nuova stretta da 25 punti base al 5,25-5,50%: a questa ipotesi il CME FedWatch Tool assegna una probabilità del 98,9%.
Se la decisione sui tassi è già stata prezzata, sorprese potrebbero arrivare dalle formule utilizzate nel comunicato finale e dalle parole che saranno pronunciate da Powell nel corso dell’incontro con i giornalisti (sul canale YouTube della Fed sarà possibile seguire la diretta live).
Decisione Tassi Fed: sta per iniziare un periodo di pausa?
Detto della decisione sui tassi della Fed oggi, tra gli operatori c’è un cauto ottimismo sul fatto che possa trattarsi dell’ultimo rialzo dei tassi prima di una pausa prolungata: di conseguenza, grande attenzione sarà posta a quello che sarà l’approccio che emergerà del meeting della Banca centrale USA.
Per Filippo Diodovich, Senior Market Strategist di IG Italia, il rialzo di questa sera “dovrebbe essere l’ultimo nel ciclo partito dalla primavera dello scorso anno. Nella comunicazione della Fed dovrebbe essere ancora sottolineata una stance ‘restrittiva’ in caso i dati macroeconomici non dovessero confermare un ulteriore rallentamento delle pressioni inflazionistiche”.
Guillermo Felices, Global Investment Strategist di PGIM Fixed Income, si spinge oltre dichiarando che dopo luglio la Fed varerà una pausa “fino alla fine dell'anno” ed in seguito procederà “con tagli molto graduali”.
Tassi Federal Reserve: in arrivo nuove strette?
Nonostante il pericolo di un eccessivo irrigidimento della politica monetaria, la Federal Reserve potrebbe decidere di proseguire la politica di strette. “I tassi sono in territorio restrittivo - vediamo il tasso neutrale al 2,5-3,0% - e ogni ulteriore rialzo da qui in poi dovrebbe avere ulteriori implicazioni negative per la crescita”, ha evidenziato Martin van Vliet, Global Macro Strategist di Robeco.
Con un tasso di disoccupazione ai minimi, una robusta crescita dei salari ed un'inflazione di fondo che continua a essere più che doppia rispetto all'obiettivo del 2%, “abbiamo attribuito -riporta una nota di ING- una probabilità del 70% allo scenario di rialzo di 25 pb che include commenti che sottolineano la necessità di essere attenti ai rischi di inflazione, che la crescita deve rallentare al di sotto del trend e che ulteriori rialzi dei tassi ‘potrebbero essere appropriati’ ".
In corrispondenza della prossima riunione del FOMC, in calendario il 20 settembre (Calendario riunioni Fed 2023: gli appuntamenti di politica monetaria), disporremo di altri due rapporti sull'occupazione e sull'inflazione, di un aggiornamento dettagliato sullo stato dei prestiti bancari e più tempo per far sentire gli effetti ritardati della stretta già attuata dalla Fed.
“Per quanto riguarda l'inflazione, i prossimi due mesi sono caratterizzati da un confronto difficile con l'anno scorso. I prezzi dell'energia sono scesi bruscamente l'estate scorsa, per cui l'IPC nominale su base annua potrebbe essere superiore di uno o due decimi di punto percentuale rispetto all'attuale tasso del 3% alla riunione del FOMC di settembre, ma l'inflazione di fondo sembra destinata a rallentare ulteriormente e potrebbe attestarsi intorno al 4,2% rispetto all'attuale tasso del 4,8%”.
Kevin Thozet, membro dell’Investment Committee di Carmignac, ritiene che Powell adotterà “un approccio ancora più progressivo alla politica monetaria, che si concretizzerebbe in un rallentamento della traiettoria rialzista dei tassi da parte della Fed, in attesa di indicatori più concreti di un rallentamento del mercato del lavoro, prima di porre fine alla politica monetaria restrittiva”. Secondo l’esperto esiste la possibilità di “un ulteriore aumento durante il meeting di novembre, a condizione che i dati sull’occupazione di settembre e ottobre confermino un miglioramento in termini occupazionali”.