Come da attese, al termine della riunione di oggi il Comitato di politica monetaria della BCE ha nuovamente ridotto il costo del denaro della Zona Euro. Ospite della Banca centrale slovena, l’istituto guidato da Christine Lagarde oggi si è riunito a Lubiana decretando una nuova riduzione del costo del denaro per fronteggiare quel quadro macroeconomico in indebolimento confermato dalle indicazioni arrivate nelle ultime settimane.
“Il Consiglio direttivo ha deciso oggi di ridurre di 25 punti base i tre tassi di interesse di riferimento della BCE. Pertanto, i tassi di interesse sui depositi presso la banca centrale, sulle operazioni di rifinanziamento principali e sulle operazioni di rifinanziamento marginale saranno ridotti rispettivamente al 3,25%, al 3,40% e al 3,65%, con effetto dal 23 ottobre 2024”, riporta il comunicato, che più avanti riportiamo integralmente.
Riunione BCE oggi: i punti salienti del comunicato
- Il Consiglio direttivo ha deciso oggi di ridurre di 25 punti base i tre tassi di interesse di riferimento della BCE;
- I tassi di interesse sui depositi presso la banca centrale, sulle operazioni di rifinanziamento principali e sulle operazioni di rifinanziamento marginale saranno ridotti rispettivamente al 3,25%, al 3,40% e al 3,65%,
- Le ultime informazioni sull’inflazione indicano che il processo disinflazionistico è ben avviato;
- Le prospettive di inflazione sono inoltre influenzate dalle recenti sorprese al ribasso degli indicatori dell’attività economia;
- Le condizioni di finanziamento rimangono restrittive;
- Il Consiglio direttivo continuerà a seguire un approccio guidato dai dati in base al quale le decisioni vengono definite di volta in volta a ogni riunione.
Riunione BCE oggi: il comunicato dell'Eurotower
Il Consiglio direttivo ha deciso oggi di ridurre di 25 punti base i tre tassi di interesse di riferimento della BCE. In particolare, la decisione di ridurre il tasso sui depositi presso la banca centrale, tasso mediante il quale il Consiglio direttivo orienta la politica monetaria, scaturisce dalla valutazione aggiornata delle prospettive di inflazione, della dinamica dell’inflazione di fondo e dell’intensità della trasmissione della politica monetaria. Le ultime informazioni sull’inflazione indicano che il processo disinflazionistico è ben avviato. Le prospettive di inflazione sono inoltre influenzate dalle recenti sorprese al ribasso degli indicatori dell’attività economia. Nel contempo, le condizioni di finanziamento rimangono restrittive.
Ci si attende che l’inflazione aumenti nei prossimi mesi, per poi diminuire e raggiungere l’obiettivo nel corso del prossimo anno. L’inflazione interna resta elevata, in quanto i salari continuano a crescere a un ritmo sostenuto. Al tempo stesso, le pressioni sul costo del lavoro dovrebbero seguitare ad attenuarsi gradualmente, in un contesto in cui i profitti ne mitigano parzialmente l’impatto sull’inflazione.
Il Consiglio direttivo è determinato ad assicurare il ritorno tempestivo dell’inflazione al suo obiettivo del 2% a medio termine. Manterrà i tassi di riferimento su livelli sufficientemente restrittivi finché necessario a conseguire questo fine. Per determinare livello e durata adeguati della restrizione, il Consiglio direttivo continuerà a seguire un approccio guidato dai dati in base al quale le decisioni vengono definite di volta in volta a ogni riunione. In particolare, le decisioni sui tassi di interesse saranno basate sulla sua valutazione delle prospettive di inflazione, considerati i nuovi dati economici e finanziari, della dinamica dell’inflazione di fondo e dell’intensità della trasmissione della politica monetaria, senza vincolarsi a un particolare percorso dei tassi.
Tassi di interesse di riferimento della BCE
Il Consiglio direttivo ha deciso oggi di ridurre di 25 punti base i tre tassi di interesse di riferimento della BCE. Pertanto, i tassi di interesse sui depositi presso la banca centrale, sulle operazioni di rifinanziamento principali e sulle operazioni di rifinanziamento marginale saranno ridotti rispettivamente al 3,25%, al 3,40% e al 3,65%, con effetto dal 23 ottobre 2024.
Programma di acquisto di attività (PAA) e Programma di acquisto per l’emergenza pandemica (PEPP)
Il portafoglio del PAA si sta riducendo a un ritmo misurato e prevedibile, dato che l’Eurosistema non reinveste più il capitale rimborsato sui titoli in scadenza.
Riguardo al Programma di acquisto per l’emergenza pandemica (pandemic emergency purchase programme, PEPP), l’Eurosistema non reinveste più tutto il capitale rimborsato sui titoli in scadenza, riducendo il portafoglio di 7,5 miliardi di euro al mese, in media. Il Consiglio direttivo intende terminare i reinvestimenti nel quadro di tale programma alla fine del 2024.
Il Consiglio direttivo continuerà a reinvestire in modo flessibile il capitale rimborsato sui titoli in scadenza del portafoglio del PEPP, per contrastare i rischi per il meccanismo di trasmissione della politica monetaria riconducibili alla pandemia.
Operazioni di rifinanziamento
A fronte dei rimborsi degli importi ricevuti dalle banche nelle operazioni mirate di rifinanziamento a più lungo termine, il Consiglio direttivo riesaminerà regolarmente come le operazioni mirate e i rimborsi in atto contribuiscono all’orientamento della politica monetaria.
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Il Consiglio direttivo è pronto ad adeguare tutti i suoi strumenti nell’ambito del proprio mandato per assicurare che l’inflazione ritorni all’obiettivo del 2% a medio termine e per preservare l’ordinato funzionamento del meccanismo di trasmissione della politica monetaria. Inoltre, lo strumento di protezione del meccanismo di trasmissione della politica monetaria può essere utilizzato per contrastare ingiustificate, disordinate dinamiche di mercato che mettano seriamente a repentaglio la trasmissione della politica monetaria in tutti i paesi dell’area dell’euro, consentendo così al Consiglio direttivo di assolvere con più efficacia il proprio mandato della stabilità dei prezzi.
La Presidente della BCE illustrerà i motivi di tali decisioni nella conferenza stampa che avrà luogo questo pomeriggio alle 14.45 (ora dell’Europa centrale).
Riunione BCE oggi: le attese degli analisti
Se fino a qualche tempo fa l’ipotesi di un nuovo taglio dei tassi nel meeting di ottobre era scartata a causa della vicinanza con la riunione del 12 settembre (BCE: calendario e date delle riunioni e meeting 2024), le nuove indicazioni negative arrivate soprattutto da Germania - che si conferma la grande malata di Eurolandia - e Francia - dove è terminato l’effetto-Olimpiadi - e quelle invece sotto le stime giunte dai prezzi al consumo, hanno innescato un’inversione a U nelle stime degli analisti.
Altro fattore che favorisce una nuova misura di allentamento è rappresentato proprio dal fatto che i falchi all’interno del board, da sempre capitanati dai rappresentanti tedeschi, non sono nelle condizioni di mettere in campo atteggiamenti orientati all’ortodossia.
“I commenti dei membri del Consiglio direttivo della BCE hanno rafforzato le aspettative di un taglio dei tassi ad ottobre, dal momento che la crescita dell'Area Euro è continuata a peggiorare dopo la riunione di settembre della BCE, mentre le pressioni inflazionistiche rimangono su un percorso di moderazione”, ha riferito Michael Krautzberger, Global CIO Fixed Income di AllianzGI.
Riunione BCE: non solo taglio dei tassi, le attese degli analisti
“Ci aspettiamo - continua Krautzberger - che la BCE tagli i tassi di altri 25 punti base nella riunione del 17 ottobre, portando il tasso sui depositi al 3,25% e riducendo così i tassi in due riunioni consecutive, il che rappresenta un'accelerazione del ritmo di allentamento”. Per quanto riguarda la forward guidance, “la BCE verosimilmente sottolineerà che le prossime decisioni dipenderanno dai dati, ma riteniamo altamente probabile un ulteriore taglio a dicembre”.
Di una nuova sforbiciata a dicembre parla anche di David Chappell, Senior Fixed Income Portfolio Manager di Columbia Threadneedle Investments. “Riteniamo che il Comitato propenderà per un ulteriore taglio dei tassi anche a dicembre, a meno che non ci sia una sorpresa al rialzo nei prossimi dati sulla crescita o sui prezzi”.
Ecco perchè tre tagli consecutivi non rappresentano un rischio
Karsten Junius, CFA, Chief Economist di J. Safra Sarasin, ritiene che all’interno di Eurolandia “i rischi si siano spostati da un'inflazione troppo elevata a una crescita troppo bassa, e in particolare a una spesa per investimenti troppo bassa, che sarebbe necessaria per una maggiore crescita della produttività”. Di conseguenza, l’esperto ritiene che quella delineata, taglio nella riunione BCE di domani accompagnato da una nuova riduzione dei tassi a dicembre, rappresenti una strategia praticamente priva di rischi. “Ci sono pochi rischi di commettere un errore di politica monetaria” poiché “l'orientamento monetario rimarrebbe in territorio restrittivo anche dopo diversi tagli”.
“La valutazione di un tasso terminale di circa il 2% per la seconda metà del prossimo anno rimane coerente con le nostre stime sul tasso neutrale per l'Area Euro”, conclude Konstantin Veit, Portfolio Manager di PIMCO.