La Banque de France è la Banca Centrale della Francia e insieme alla BCE e alla Banche Nazionali dell'Unione Europea fa parte del Sistema Europeo delle Banche Centrali. Dal 1° novembre 2015 la Banca è governata da François Villeroy e ha la sede a Parigi.
Banque de France: le principali funzioni
L'istituto centrale francese svolge un ruolo molto importante all'interno dell'Eurosistema e, in armonia con la politica generale dell'organismo sovranazionale, esercita delle funzioni che riguardano la politica interna e che possono essere suddivise in 3 grandi pilastri:
1) La stabilità dei prezzi
Per raggiungere tale obiettivo la Banque de France stampa cartamoneta e regola la circolazione del denaro. La produzione di banconote avviene nella Regione dell'Alvernia attraverso 2 tipografie: una a Vic-le Comte e un'altra a Chamalières.
2) La stabilità finanziaria
In questo ambito, la Banca Centrale francese si occupa della tutela e della vigilanza del sistema bancario, attraverso il monitoraggio dei rischi e della sicurezza dei depositi nel rispetto delle normative vigenti. Inoltre sovrintende al settore finanziario francese, che è rappresentato da 777 banche e 827 compagnie di assicurazione.
3) I servizi economici alle famiglie e alle imprese
La Banca di Francia esercita una funzione di vicinanza economica per le famiglie in difficoltà gestendo i casi di indebitamento eccessivo e garantendo la possibilità di accedere ai servizi bancari di base. Riguardo le imprese attua un supporto attraverso la mediazione bancaria ed effettuando uno screening che comprende l'attribuzione di rating specifici. Tra l'altro la Banca svolge periodiche indagini a livello nazionale e regionale al servizio delle imprese che riguardano le condizioni economiche dei vari settori.
Banque de France: organi principali
La struttura organizzativa della Banque de France è formata da organi esecutivi, enti di gestione operativa e organi di controllo, ognuno aventi funzioni ben delineate. Tra i primi fanno parte il Comitato Esecutivo e il Consiglio Generale. I secondi sono costituiti dal Comitato attività-passività e dal Comitato Rischi. Gli organi di controllo sono rappresentati dal Comitato di Controllo.
Comitato Esecutivo e Consiglio Generale
Il Comitato Esecutivo è il principale organo intorno a cui ruota tutto il funzionamento della Banca. Esso è presieduto dal Governatore ed è composto da 2 Vice Governatori, dai Direttori generali, dal Vice Segretario Generale per la Strategia e dal Direttore degli Affari Legali.
Il Governatore e i 2 Vice Governatori sono nominati dal Consiglio dei Ministri e restano in carica per 6 anni, con un mandato rinnovabile una sola volta. Il Governatore è il responsabile della gestione della Banca e presiede il Consiglio Generale.
Egli è anche Presidente dell'ACPR, ossia Autorité de Contrôle Prudentiel et de Résolution, del Banking Mediation Committee, dell'Osservatorio per la Sicurezza degli Strumenti di Pagamento, dell'Osservatorio per il Risparmio Regolamentato e dell'Osservatorio per l'Inclusione Bancaria.
Il Consiglio Generale funge da Consiglio di Amministrazione e delibera sulle questioni generali riguardanti le decisioni di politica economica della Banca. In media si riunisce 8 volte l'anno.
Comitato Attività-Passività
Il Comitato Attività-Passività svolge un incarico di consulenza sulle strategie d'investimento della Banca in relazione ai portafogli composti sia da Euro che da valute straniere. Esso è presieduto dal Governatore.
Comitato Rischi
Il Comitato Rischi si occupa della gestione del rischio complessivo della Banca nell'ambito delle operazioni di mercato condotte dall'istituto. Anch'esso è presieduto dal Governatore.
Comitato di Controllo
Il Comitato di Controllo ha il principale compito di mettere al corrente il Consiglio Generale riguardo la rendicontazione finanziaria, l'audit interno ed esterno, il controllo interno e la gestione dei rischi.
Banque de France: origini, storia e sviluppo
La Banca di Francia fu fondata il 18 gennaio del 1800 da Napoleone Bonaparte, a seguito di vari tentativi di creare istituti che potessero svolgere funzioni di emissioni di cartamoneta e di concessione prestiti. Tentativi però che fallirono puntualmente.
Gli esempi furono quelli della Caisse de Prêts, creata nel 1674 dal Ministro Colbert, che fallì nel 1680; della Banque Générale, nata grazie all'economista e finanziere scozzese integratosi in Francia John Law, andata in bancarotta nel 1719; infine della Caisse d'Escompte, fondata nel 1776 e crollata 17 anni più tardi a seguito del dissesto finanziario che la colpì.
Così con la Rivoluzione francese si volle creare un istituto in grado di regolare il mercato del credito e di sostenere il Franco germinale, che rappresentava la nuova moneta transalpina.
La Banque de France nacque come società per azioni i cui azionisti erano le grandi Banche francesi e alcune imprese industriali che si spartivano un capitale di 30 milioni di franchi suddiviso in 30.000 azioni.
Da subito l'istituto ebbe l'esclusiva dell'emissione di cartamoneta, sebbene questa non veniva utilizzata che per i pagamenti di una certa rilevanza, essendo che il taglio minimo era di 500 franchi. Normalmente infatti si usavano le monete d'oro e d'argento per effettuare i pagamenti comuni.
La prima riforma della Banca centrale fu attuata nel 1806 allorché fu stabilito che lo Stato esercitasse il controllo assoluto dell'istituto e quindi il Governatore e il Vice Governatore venissero nominati direttamente dal Governo. Per questo la Banca era un ente pubblico amministrativo che agiva nell'esclusivo interesse dei cittadini francesi.
La Rivoluzione del 1848 creò grande subbuglio nel sistema economico francese, mettendo in difficoltà la Banque de France di fronte all'enorme richiesta di rimborsi di banconote. Per tale ragione un decreto imperiale stabilì un tetto massimo all'emissione e autorizzò la Banca a stampare pezzi da 100 franchi.
Questo costituì le premesse perché gradualmente le monete metalliche lasciassero il posto a quelle cartacee. Il passaggio fu accentuato nel 1864 quando si iniziarono a stampare anche le banconote da 50 franchi, seguite poi da quelle da 25 franchi e nel 1871 dai biglietti da 5 franchi. Proprio in quel periodo la Banca Centrale francese divenne la società più capitalizzata della Borsa di Parigi.
L'emissione di cartamoneta fino ad allora era libera ma subordinata alla convertibilità a vista con monete d'oro e d'argento. Nel 1914, con lo scoppio della Prima Guerra Mondiale, la convertibilità del Franco fu sospesa e ripresa con la legge monetaria del 1928. Con questa, la Banque de France doveva mantenere una riserva aurea almeno del 35% del valore totale di tutte le banconote in circolazione e di tutti i conti correnti presso l'istituto.
Durante il secondo conflitto bellico, la Banca di Francia deteneva una quantità aurea di 2.800 tonnellate di lingotti e monete, che era stata messo al sicuro in Belgio e in Polonia, per evitare che l'occupazione dei tedeschi potesse determinare un passaggio di consegne.
La Banca era diventata nel 1944 un istituto privato indipendente dal potere politico. Così, quando il Governo francese propose di cedere parte delle riserve auree all'esercito tedesco in modo tale da allentare la morsa dell'occupazione, l'istituto si rifiutò categoricamente e, a guerra terminata, tutti i beni furono rimpatriati.
Il 2 dicembre 1945 però la Banca di Francia venne nazionalizzata per legge, diventando pubblica. Tale disciplina rimase in vigore fino al 1993 quando fu fatta una riforma che sancì l'indipendenza della Banca. Lo scopo era quello di affrancare l'istituto dall'influenza politica e nel contempo di porsi come obiettivo prioritario la stabilità dei prezzi.
Con la nascita della Banca Centrale Europea ovviamente la Banque de France perse buona parte della sua autonomia, come del resto tutte le Banche nazionali dell'Unione Europea. Nel 1998 l'istituto centrale entrò a far parte del Sistema Europeo delle Banche Centrali di cui fa parte anche la stessa BCE.