Forex: l'andamento dell'Eur/Chf ricorda il 2015 | Investire.biz

Forex: l'andamento dell'Eur/Chf ricorda il 2015

19 feb 2020 - 13:09

19 feb 2020 - 14:12

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Grande pressione del mercato sul cross eur.chf che ha raggiunto un supporto importante. Gli operatori si chiedono se la SNB avrà la forza per sostenere il cambio.

  • L'andamento del cambio Eur/Chf ricorda molto quello che ci fu nel 2015 che portò il governatore della SNB a rimuovere il floor  a 1,20;
  • La SNB è combattuta se continuare a contrapporsi al mercato sul lato dell'offerta oppure se utilizzare altri canali dopo che è stata messa in black list dal Tesoro Usa come istituzione manipolatrice dei cambi;
  • Se rompe il supporto a 1,06 il cross potrebbe proiettarsi spedito verso la parità dove potrebbero scendere in campo i compratori.

 

Le similitudini con il 2015

Ci siamo. L'enorme pressione degli istituzionali che si sono in gran parte posizionati short su Eur/Chf (leggi come conoscere le posizioni degli istituzionali) ha portato il cross alle soglie del supporto 1,06. E' questo un crocevia importante per capire quale potrà essere il futuro nei prossimi mesi, se non nei prossimi anni, del cambio in parola. Ciò che ha determinato questa situazione va tutta ricercata nei fondamentali dell'economia che, nonostante gli artifici delle banche centrali, alla lunga hanno la meglio e, riflettendosi nei prezzi, rendono chiaro il quadro. I fondamentali macro economici richiamano una situazione che racconta come l'Europa sia claudicante sotto vari aspetti, in primis per ciò che concerne la crescita come dimostrano gli ultimi dati sul PIL tedesco (+0,6% nel 2019, il più basso degli ultimi 6 anni). E se la forza motrice di tutta l'Eurozona manifesta segnali di rallentamento, la fiducia dei mercati nella valuta che la rappresenta non può non risentirne. Il problema vero è che le prospettive per il futuro sono tutt'altro che rosee dal momento in cui la iattura del coronavirus, compromettendo la domanda cinese e quindi l'export europeo, farà sentire tutto il suo peso nelle prossime pubblicazioni che riportano lo stato di salute dell'Unione Europea. Ciò che sta succedendo adesso sul cambio Eur/Chf ha dei punti in comune con quello che accadde 5 anni fa quando, in virtù del lancio del quantitative easing di Mario Draghi per arginare il torrente in piena dei conti fuori controllo, il valore della moneta unica si andava progressivamente deprimendo e ciò costrinse il governatore della Swiss National Bank (SNB), Thomas Jordan, a fissare il floor a 1,20 per il cross in questione, poi rimosso in quanto ritenuto insostenibile.

Le contromisure della SNB

Resterà a guardare la Banca centrale svizzera? Dopo aver rimosso il peg nel 2015, è chiaro a tutti che il Governatore Jordan abbia tacitamente fissato un floor a livelli più bassi e di conseguenza cercato di contenere l'eccessivo apprezzamento del franco in tutti questi anni. Questo gli è valso l'etichetta di "manipolatore valutario" vidimata dalla decisione del dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti di inserire la Svizzera nella lista dei cattivi il 14 gennaio di quest'anno. Tutto ciò potrebbe frenare la SNB a tirare ancora la corda evitando che il cross sprofondi nel vuoto una volta varcata la soglia a 1,06? Di certo occorrono delle considerazioni generali che vanno valutate, alcune di carattere economico, altre più strettamente legate alla politica monetaria.

Nel primo caso vi è la preoccupazione per le esportazioni svizzere che, proprio per effetto dell'apprezzamento del franco, in alcuni settori come quello farmaceutico ed energetico, non crescono più. Nel secondo caso gli obiettivi di inflazione al 2% sembrano un miraggio, con gli ultimi dati che rilevano un IPC annuale allo 0,2%. Una valuta forte è sicuramente nociva per la crescita dei prezzi, sia perché non può far leva sulla lievitazione del valore alla produzione per effetto valutario, sia in quanto lo svantaggio competitivo, rallentando la domanda dall'estero, fa giocoforza scendere i prezzi.

A questo punto cosa potrebbe fare la SNB trovandosi in effetti tra due fuochi? Se non può o ritiene inopportuno intervenire direttamente sull'offerta di valuta, potrebbe ancora fare qualcosa sul fronte dei tassi, portandoli prossimamente a -1% da -0,75%. Secondo molti analisti questa munizione potrebbe rivelarsi spuntata come lo è stato spesso in passato, soprattutto nel 2015 dopo la rimozione del floor, ma le armi rimaste a disposizione della banca centrale svizzera non sono poi molte.

Entreranno i compratori a 1,06?

Una volta che le quotazioni dell'euro contro il franco svizzero avranno raggiunto area 1,06, cosa ne sarà del cross Eur/Chf? La pressione del mercato al ribasso è ancora tanta ma tutto dipenderà se gli istituzionali decideranno di passare alla cassa evitando il braccio di ferro con la SNB e dando il là all'ingresso di nuovi compratori. Dal punto di vista tecnico il cross si trova proprio a ridosso del supporto di ferro suddetto e nella parte bassa del canale ribassista che ha trovato un'accelerazione quando si è verificato il death cross sul grafico settimanale, ossia l'incrocio tra la media mobile a 50 e quella a 200 osservazioni. E' possibile, verosimilmente, che un periodo di riflessione possa farsi spazio e far sì che il cross si mantenga per qualche mese a questi livelli prima di prendere una direzione decisa. Nel caso dovesse sfondare 1,06 l'obiettivo della parità sarebbe facilmente alla portata, a quel punto con molte probabilità l'intervento massiccio della SNB sarà inevitabile.

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