Finanziare la raccolta di capitale di un’azienda in cambio di quote societarie o azioni di una startup. Questo in estrema sintesi il funzionamento di uno strumento di investimento tra i più in voga: l’equity crowdfunding.
Grazie anche ai benefici fiscali previsti dal Governo la crescita del settore degli ultimi anni ha attirato l’interesse di numerose tipologie di investitori. Sul fronte della raccolta, l’equity crowdfunding rappresenta il veicolo privilegiato per quelle start-up e PMI innovative che vogliono accelerare il loro percorso di crescita contando sulla necessaria solidità economica offerta dalle risorse dei nuovi soci.
Crowdfunding: storia e origine
In Italia il crowdfunding azionario è stato normato nel 2013, primo Paese in Europa a introdurre questo tipo di investimento con una legge e un successivo regolamento. Il regolamento CONSOB. Il regolamento dell'Autorità di vigilanza entra in vigore il 27 luglio 2013 e autorizza la raccolta di capitali attraverso portali online.
Secondo alcune fonti, il termine crowdfunding è stato coniato da Michael Sullivan. Nel 2006 provò a lanciare un portale per la raccolta di denaro, chiamato Fundavlog, che consentiva di fare delle donazioni online per progetti inerenti a videoblog. A rendere famosa a livello planetario questa pratica di finanziamento nata negli ultimi anni è stato l'ex Presidente USA Barack Obama, che nel 2008 la utilizzò per finanziare la sua campagna elettorale.
Dopo una fase iniziale di normale assestamento, negli ultimi anni il fenomeno dell’equity crowdfunding ha fatto registrare un crescente interesse da parte di diverse tipologie di investitori. Investimenti in PMI Innovative e in start-up rappresentano sempre più una tipologia di impiego richiesto per arricchire il ventaglio delle asset class in portafoglio sotto la voce di Finanza Alternativa. Se nel 2018 grazie all’equity crowdfunding sono stati raccolti 36 milioni di euro, nel 2019 la crescita di questa tipologia di investimenti si è attestata a 65 milioni di euro raccolti. Il primo semestre 2020 ha segnato un nuovo record di raccolta delle campagne.
Equity crowdfunding: cosa è e come funziona
Il crowdfunding è sostanzialmente una colletta online, il cui obiettivo è raccogliere i capitali necessari grazie al sostegno di tante persone. L’idea è di usare una piattaforma web per chiedere a piccoli e piccolissimi investitori di finanziare un progetto, di qualsiasi tipo esso sia, sia a scopo di lucro che non: un film, un libro, una causa umanitaria o sociale, un prestito personale o un'idea imprenditoriale.
Prima di analizzare come funziona l’equity crowdfunding, è importante sottolineare che la sua esplosione è dettata principalmente da un aspetto ben preciso: da una parte garantisce a PMI e startup di ricevere dei fondi più velocemente rispetto ad altri canali di finanziamento, dall’altra permette agli investitori di usufruire di diversi vantaggi economici, come gli sgravi fiscali.
L'equity crowdfunding permette a tutti di poter investire in un determinato progetto aziendale o idea innovativa senza per forza essere un investitore di grandi dimensioni o specializzato nella ricerca della startup più promettenti. Non è un caso se l’investimento minimo può anche essere di 250-500 euro, una cifra accessibile a tutti.
Entrando nel dettaglio, il funzionamento dell’equity crowdfunding è molto semplice. L’investimento si effettua online (quindi in qualsiasi luogo e a qualunque ora) sui siti dedicati e autorizzati. Questi portali prendono il nome di piattaforme di crowdfunding.
Navigando sui siti di queste piattaforme, prima di investire l’utente ha la possibilità di conoscere tutto ciò che ruota intorno al progetto aziendale che più lo attira: l'idea, il modello di business che intende sviluppare o allargere la società in raccolta, le prospettive reddituali, il business plan, l’organigramma societario, l'ammontare minimo e massimo che viene raccolto, la valorizzazione pre-money della società e tutte le altre informazioni necessarie per farsi un'idea se investire o meno in quel progetto.
Equity crowfunding: la centralità delle piattaforme
È importante evidenziare che queste piattaforme svolgono un ruolo di “garante”. Prima di presentare al pubblico una campagna di equity crowdfunding, effettuano una valutazione dei progetti proposti e successivamente selezionano i più interessanti seguendo diversi criteri: potenzialità di crescita e sviluppo, mercato di riferimento, validità del modello di business, background e competenze professionali del team.
Di conseguenza, dopo essersi registrato a una determinata piattaforma e aver scelto la campagna di equity crowdfunding più interessante secondo le proprie idee, l’utente deve solo inserire la cifra da investire.
Per tutelare l’investitore la piattaforma gli sottoporrà un test per verificare la sua idoneità e per valutare il grado di appropriatezza, come richiesto dal Regolamento Consob. Dopo ciò l’investitore riceverà una mail di riepilogo e potrà effettuare il bonifico.
Cosa succede se la campagna di equity crowdfunding non raggiunge l’obiettivo prefissato
Un altro aspetto importante che evidenzia la trasparenza dell’investimento, riguarda il fatto che l’utente può in qualunque momento seguire l’andamento della campagna di equity crowdfunding: quanto è stato raccolto, quanti sono gli investitori e quanti giorni mancano alla fine della raccolta.
Equity crowdfunding: gli scenari al termine di una campagna
Al termine del periodo di offerta, se la campagna lanciata raggiunge almeno l’obiettivo minimo di raccolta prefissato l'investitore diventa socio della società. Il suo ingresso nel capitale dell'azienda è ufficializzato nella nuova visura camerale, documento nel quale è possibile rilevare la quota di capitale detenuto da ciascun socio.
Se la campagna non riscuote l'interesse sperato e dunque la società non raccoglie il minimo previsto, all’investitore viene rimborsato interamente la cifra investita. In caso di estremo interesse la campagna va in overfunding. Questo si verifica quando l'obiettivo minimo prefissato viene superato. In quel caso la raccolta può proseguire fino alla soglia massima prevista all'inizio della campagna. Ovviamente al termine di una raccolta andata in overfunding l'investitore diventa socio della società per la quota di capitale prevista.
Su quasi tutte le principali piattaforme di equity crowdfunding presenti in Italia l'investitore può optare per una forma "mascherata" di partecipazione. Scegliendo di rubricare il proprio investimento, l'investitore non troverà il proprio nome in visura ma la sua quota farà riferimento al nome dell'intermediario che ha portato avanti questa soluzione. Ovviamente l'investitore troverà la sua quota di società nel conto titoli dell'intermediario.