Jane Fraser: chi è la prima CEO donna di Citigroup | Investire.biz

Jane Fraser: chi è la prima CEO donna di Citigroup

21 set 2020 - 07:00

30 nov 2022 - 21:01

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Chi è Jane Fraser? Dal 2004 in Citigroup, da febbraio 2021 sarà la prima donna a capo di una grande banca Usa al posto di Michael Corbat. Ecco la sua storia

Chi è Jane Fraser? Veterana di Citigroup, nella quale è approdata nel 2004, la manager da febbraio 2021 sarà prenderà il posto di Michael Corbat. Sarà così la prima donna a capo di una grande banca Usa. Ecco chi è e la sua storia

Nata il 13 luglio 1967, Jane Fraser è una dirigente bancario scozzese-americana. Nel settembre 2020, a seguito delle dimissioni di Michael Corbat – in vigore da febbraio 2021 – è diventata la prima donna a dirigere una delle principali banche di Wall Street: Citigroup. Scopriamo insieme chi è e quale percorso l’ha portata lì.
 

Studi universitari e inizio carriera

Jane Fraser è nata a St. Andrews, in Scozia, il 13 luglio 1967. Dal 1985 al 1988 ha frequentato il Girton College, dell’Università di Cambridge, laureandosi con un Bachelors of Arts in economia, promosso come da tradizione a Master in Arts.

Subito dopo la laurea, dal luglio 1988 al luglio 1990, ha lavorato come analista di fusioni e acquisizioni presso Goldman Sachs a Londra. Dall'agosto 1990 al giugno 1992 lavorò come socio di intermediazione per Asesores Bursátiles, un broker con sede a Madrid. Nel 1992 si iscrive alla Harvard Business School, conseguendo l'MBA nel 1994.
 

Da McKinsey & Company a Citigroup

Nel 1994 è entrata in McKinsey & Company, lavorando nei servizi finanziari e nella strategia globale, fino a diventare partner. Per i primi sei anni ha lavorato a New York e negli ultimi quattro a Londra. Ha lavorato part-time mentre cresceva i suoi figli piccoli.

Ha scritto articoli sulla globalizzazione ed è stata coautrice, con altri tre dipendenti di McKinsey, del libro “Race for the World: Strategies to Build a Great Global Firm”, del 1999. Come parte della sua ricerca per il libro, si è recata in Cina, Hong Kong, Indonesia, Singapore e India per intervistare i clienti di McKinsey sulle loro sfide globali.

Dopo averla sentita parlare del libro, l’allora dirigente di Citigroup, Michael Klein, ha trascorso diversi anni incoraggiando Fraser a lavorare per lui, cosa che alla fine ha fatto.

Nel luglio 2004 Fraser è stata assunta come Head of Client Strategy nella divisione Investment and Global Banking di Citigroup. Nell'ottobre 2007 è stata promossa a Global Head of Strategy and Mergers and Acquisitions, posizione che ha ricoperto fino a maggio 2009.

Nel giugno 2009 è stata nominata CEO di Citi Private Bank. Tra i cambiamenti che ha implementato c'erano una diminuzione del rapporto tra private banker e clienti, con un obiettivo di un banchiere ogni 30 clienti, e l'eliminazione di commissioni per i banchieri a favore di un bonus discrezionale di fine anno.

Nel maggio 2013 le è stato chiesto di sostituire il CEO in pensione di CitiMortgage. Sebbene sapesse che il trasferimento era un rischio per la carriera, ha accettato la sfida.

La sua gestione della divisione mutui di Citigroup ha coinciso con il calo della domanda di rifinanziamento ipotecario nel mercato, costringendo la banca a concentrare nuovamente i propri sforzi sulla vendita di mutui residenziali agli acquirenti di case. Citigroup ha chiuso diversi uffici ipotecari a livello nazionale e licenziato circa 1000 dipendenti solo nel settembre 2013.

Nel marzo 2014, Fraser è stata promossa a CEO di US Consumer and Commercial Banking, succedendo a Cecelia Stewart. Nell'aprile 2015 è stata nominata CEO di Citigroup Latin America, con responsabilità per le operazioni in 24 paesi.

Quest'ultima promozione ha fatto seguito a un rimpasto dei dirigenti di Citigroup innescato dal ritiro di Manuel Medina-Mora, CEO della banca mondiale dei consumatori di Citigroup. Medina-Mora è stato sostituito da Stephen Bird, ex CEO per la regione Asia-Pacifico, che a sua volta è stato sostituito da Francisco Aristeguieta, ex CEO di Citigroup Latin America.

Fraser è stata incaricata, tra le altre cose, di "instillare una cultura più simile agli Stati Uniti" al Banamex, Banco Nacional de México, di proprietà e gestito da Citigroup dal 2001. La banca è stata multata di 2,2 milioni di dollari per accuse di frode nel 2014.

Nell'ottobre 2019, Fraser è stata nominata Presidente di Citigroup e Head of Global Consumer Banking. Nel settembre 2020, Citigroup ha annunciato le dimissioni del suo CEO, Michael Corbat, dopo 37 anni nell’istituto bancario.

Fraser è stata quindi nominata CEO dopo Corbat, diventando la prima donna a coprire questa carica in una banca d'investimento di primo livello. Jane Fraser entra così a far parte dei quella ristretta cerchia di donne Amministratore delegato: sono solo 31 fra le 500 aziende dello S&P 500. Ma dovrà aspettare febbraio 2021.

Secondo un rapporto di novembre della società di consulenza Oliver Wyman, riportato dal New York Times, nel 2019 solo il 26% di tutti i dirigenti senior delle banche statunitensi erano donne, con un aumento del 6% rispetto al 2016. 

Fraser è inoltre una delle due sole donne nel gruppo dei 24 membri del Comitato Operativo di Citi. È anche membro del Consiglio di amministrazione della Touch Foundation dal 2006, membro dell’Economic Club of New York, del Global Advisory Board di Stanford e del Council on Foreign Relations.
 

Vita privata e riconoscimenti

Fraser è sposata e madre di due figli. Suo marito, nativo di Cuba, ha lasciato il suo lavoro come direttore di banca in Europa durante la crisi finanziaria del 2008 per dedicare più tempo alla cura dei loro figli piccoli.

Nel giugno 2015 è apparsa in un rapporto della CBS Local sul Citi Global Community Day, in cui lei e altri volontari hanno curato il progetto di edilizia popolare di Liberty Square a Miami.

È stata inclusa nella lista "Most Powerful Women in Business" di Fortune nel 2014 e 2015 ed è stata definita la "Number 1 Woman to Watch" per due anni consecutivi da American Banker. Nel 2019 è stata classificata al 32° posto sull’elenco delle persone più potenti del mondo secondo Forbes.

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