I dati sull'inflazione record in Europa nel mese di agosto, rilasciati ieri dall'Ufficio di Statistica, stanno infiammando oltremodo il dibattito sulle scelte di politica monetaria che dovrà compiere la
Banca Centrale Europea nella riunione della prossima settimana. Un livello dei prezzi così alto non era atteso e ciò è bastato per
scatenare le reazioni dei falchi all'interno del Consiglio Direttivo dell'Eurotower, che da tempo spingono per un atteggiamento più aggressivo dell'istituto monetario.
Solo pochi minuti dopo della lettura dell'indice dei prezzi al consumo, cresciuto al 9,1%, è insorto il Presidente della
Bundesbank Joachim Nagel, che ha chiesto un
forte aumento del costo del denaro nel meeting della BCE del 7-8 settembre.
Alle affermazioni del Governatore tedesco hanno fatto eco quelle di Robert Holzmann, numero uno della Banca d'Austria, che ha dichiarato come
"non ci sia alcun motivo per essere clementi". Durante la settimana altri sostenitori della linea dura come il capo della
Banca Centrale olandese Klaas Knot hanno preso posizioni ben precise sul tema. "L'aumento dei salari e un euro debole rappresentano un rischio di ulteriore incremento dei prezzi, quindi
urge una normalizzazione della politica monetaria", ha dichiarato Knot.
A fare da contraltare vi sono le colombe in seno al Board della BCE, la cui forza si sta sempre più affievolendo di fronte a una realtà che lascia poco spazio a contestazioni. Philip Lane, capo economista dell'istituto centrale, aveva posto l'attenzione sull'evoluzione dei prezzi, ma allo stesso tempo ha suggerito un
ritmo lento e graduale delle strette per evitare di far precipitare l'economia dell'Eurozona in una grave recessione.
Anche il Governatore della
Banca di Francia, Francois Villeroy de Galhau, ha proposto ieri un
aumento dei tassi ordinato e prevedibile, al fine di impedire grossi scossoni all'economia.
BCE: cosa prevedono gli analisti sui tassi
L'attesa per le decisioni che la Banca guidata da
Christine Lagarde prenderà giovedì prossimo quindi si fa febbrile. Gli economisti che prevedono un maxi-rialzo dei tassi sui depositi dello 0,75%, il primo nella storia di questa portata, sono in aumento. Tra questi
Greg Fuzesi, economista di JP Morgan, che ritiene che dopo la pausa estiva sia difficile valutare l'orientamento del Consiglio Direttivo, ma il "sospetto è reale che la prossima settimana vi sarà un incremento di 75 punti base".
Opinione simile quella di Bank of America, che sottolinea l'incertezza assoluta delle previsioni ma anche un'inflazione core di agosto più elevata rispetto alle previsioni. Questo significa che "una mossa più grande di quella di luglio è diventata più probabile".
Sven Jari Stehn, economista di Goldman Sachs, evidenzia come l'Europa potrebbe sperimentare solo una lieve recessione, in quanto alcuni dati sulle attività economiche hanno tenuto meglio del previsto.
L'esperto vede però l'inflazione accelerare con gli elevati costi energetici che fanno crescere i prezzi al dettaglio e con la fine delle misure di sostegno temporaneo in Germania. Pericolo ridotto di recessione e inflazione prevista in aumento fanno pensare che la BCE risulterà più aggressiva rispetto alle ultime uscite, già a partire dalla prossima settimana.