Nell’articolo precedente è stato trattato il tema delle privacy coins e una delle più importanti è appunto Dash. È necessario però aprire una parentesi in questo discorso perché Dash non è soltanto una moneta privata ma è qualcosa in più.
Si tratta infatti di un progetto nato nel 2014 da un fork di Bitcoin che nel comparto crypto ha offerto alcune innovazioni molto interessanti introducendo il concetto di Masternode (un potente server).
Stiamo sempre parlando di una Proof of Work, la differenza con il Bitcoin (oltre all’utilizzo di una funzione crittografica di base leggermente diversa) sta nel fatto che i miners sono affiancati appunto dai Masternodes che danno supporto tecnico in due modi. Da un lato, tramite pratiche definite di “mixing”, garantiscono la privacy, dall’altro, con la tecnologia Instant Send, velocizzano le transazioni.
Le pratiche di mixing (modello CoinJoin) possono essere utilizzate da chi volesse anche nella rete Bitcoin e si tratta di servizi che hanno lo scopo di mascherare una transazione. Un soggetto A che vuole inviare moneta a un soggetto B non lo fa direttamente ma passa attraverso un mixer che raccoglie le valute dei vari sender le mescola e poi le invia ai destinatari senza tenere traccia della chiave pubblica del sender originario. Su Bitcoin la cosa più semplice è avvalersi di servizi esterni (alcuni wallet lo hanno implementato), mentre su Dash questo tipo di servizio è offerto dai Masternodes.
Per quanto riguarda la tecnologia Instant Send si tratta di un sistema in grado di garantire la transazione velocizzando il procedimento di validazione senza rischiare di perdere in sicurezza. Perché i fondi arrivino al destinatario basta l’input di invio, inoltre i nodi della rete sono sempre attivi.
Oltre a questo i Masternodes hanno anche un ruolo politico, per così dire, che tende a conferire maggiore decentralizzazione nella governance della rete, ma per spiegare questo concetto bisogna prima parlare del modo in cui vengono suddivisi i proventi derivati dal mining.
L’emissione di nuova moneta diminuisce del 7% circa ogni anno inoltre il block reward è dinamico (non fisso come in bitcoin): sale quando il potere totale di hashing della rete cala e scende nel caso contrario. Questo nel tentativo di conservare una stabilità minima della rete.
Per quanto riguarda la suddivisione il 45% va ai miners, un altro 45% ai Masternodes e il rimanente 10% è una sorta di fondo cassa messo da parte per le spese necessarie per il miglioramento del sistema (inclusi marketing, branding e tutto ciò di cui un’azienda ha bisogno).
Non essendovi un CEO che decide per tutti si procede alla destinazione di quel 10% attraverso proposte che vengono votate dai Masternodes. Sono quindi loro che decidono le politiche aziendali e, considerato che per tirar su un Masternode bisogna vincolare (mettere in staking) alla rete 1000 DASH, quindi con un dispendio importante di risorse, si presume che gli stessi titolari dei server abbiano estremo interesse a ché le scelte prese siano sempre le migliori possibili.
Vi sono anche alcuni servizi online che permettono di unirsi in pool per costituire un Masternode (allo stesso modo di quello che succede per le classiche pool di mining su Bitcoin). 1000 DASH sono tanti ed è più facile se ci si unisce. Cito il sito di Crowdnode in questo senso, dove unirsi e partecipare a un Masternode è molto semplice.
La moneta può essere acquistata su Coinbase e Binance, per citare solo i due Exchange più grandi, ma è disponibile anche in tante altre piattaforme più o meno minori consultabili sul sito Coin Market Cap.
Dopo Dash molti altri progetti sono nati utilizzando questo modello di base definito DAO (Organizzazione Autonoma Decentralizzata) e possono essere consultati sul sito Masternodes.online.
In ogni caso Dash rimane leader del settore e sta sempre più ritagliandosi all’interno del mercato totale delle criptovalute un ruolo di grande importanza. I dati che hanno sintetizzato l'andamento del primo trimestre 2020 sono stati particolarmente confortanti in tal senso.
Grazie a una serie di partnership avviate in America Latina il numero di pagamenti commerciali con Dash è aumentato del 104% e il numero di wallet installati su dispositivi mobili è triplicato rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Causa l’accettazione di pagamenti con questa moneta da parte di molte aziende fra Venezuela e soprattutto Brasile. Oltre a questo i volumi di trading sugli exchange sono aumentati in maniera vertiginosa: 987% rispetto al trimestre precedente e 686% rispetto al 2019!