Nell’ultimo periodo il mondo della DeFi è letteralmente esploso, con moltissimi progetti innovativi presentati ogni giorno e con un ammontare di fondi bloccati all’interno di queste piattaforme che ha abbattuto il muro dei 10 miliardi di dollari. La domanda per questo tipo di servizi finanziari sta notevolmente aumentando, anche se gran parte delle piattaforme presentano dei punti critici da non sottovalutare.
Uno dei protocolli più interessanti che ormai da diversi mesi sta lottando per la vetta della classifica delle piattaforme di DeFi è sicuramente Uniswap, che grazie all’uscita del token di governance è tornato ad essere uno dei progetti più seguiti dagli addetti ai lavori. Il suo funzionamento però non viene capito fino in fondo, poiché essendo un Exchange Decentralizzato c’è sempre l’incognita di chi fornisce la liquidità soprattutto da parte degli utenti abituati all’utilizzo di servizi centralizzati.
Per capire questo progetto cerchiamo di entrare nel dettaglio e di paragonarlo all’alternativa centralizzata, in modo da capire i pro e contro dei due approcci. Dal sito di Uniswap si possono vedere principalmente 4 sezioni, ognuna delle quali è fondamentale nel funzionamento dell’ecosistema, che sono:
Pool: fornire liquidità in cambio delle commissioni
Negli Exchange centralizzati la liquidità viene fornita direttamente dalla piattaforma che detiene a tutti gli effetti i fondi e le monete interessate. Questo tipo di approccio fornisce un grosso vantaggio al CEX in quanto guadagna direttamente le commissiioni pagate dall’utente e le transazioni sono pressochè istantanee (anche se poi bisogna passare a tutti gli effetti per la Blockchain per spostarle in un wallet personale).
In Uniswap (ma in generale nei DEX) la liquidità è fornita dagli utenti stessi, che fornendo i token ad una particolare pool, ricevono in cambio le fee pagate da tutti coloro che fanno lo swap. I fornitori di liquidità infatti guadagnano una commissione dello 0,3% su tutte le negoziazioni proporzionale alla loro quota del pool. Le fee vengono aggiunte al pool, maturano in tempo reale e possono essere richieste ritirando la liquidità.
Swap: scambiare i token pagando una tassa
Mentre nei CEX l’utente parla direttamente con la piattaforma e compra il token di suo interesse, nei DEX il discorso è un pò diverso. Per ricevece un token (supponiamo un ERC20), l’utente interessato ha bisogno di scambiarlo, e quindi fare lo swap, con un altro. In generale, facendo l’esempio di Uniswap, l’utente deve possedere Ethereum per scambiarlo ad esempio con Compound, Curve e moltissimi altri. Facendo questo l'individuo paga un tassa direttamene alla pool su cui ha scambiato il token dello 0,3% che verrà poi suddivisa tra tutti i liquidity provider.
UNI: come guadagnare i token di governance
In questa sezione l’utente ha la possibilità di guadagnare dei token di governance del DEX Uniswap attraverso il Liquidity Mining. All’interno troviamo una serie di pool a cui l’utente può aggiungere liquidità e ricevere in cambio (oltre allo 0,3% di fee nello swap) anche dei token della piattaforma.
Le pool a cui si può aggiungere liquidità sono: ETH-DAI (Stable coin di MakerDAO ancorata al valore del dollaro), ETH-USDC (Stable coin USD Coin), ETH-USDT (Stable coin Tether) ed ETH-WBTC (wrappedBitcoin, ossia Bitcoin sotto forma di token ERC20). Ogni pool ha un pool rate di emissione di UNI che attualmente si aggira intorno ai 583,333 UNI a settimana.
Vote: diventare un membro attivo della governance
Questa è la parte in cui il DEX si discosta maggiormente dal CEX: la governance e quindi le attività decisionali per gran parte degli aspetti pubblici sono nelle mani degli utenti e degli holders che attraverso un voto esprimono la loro opinione. Per il momento non sono state proposte grandi votazioni ma sempre di più i token di governance stanno trovando il loro posto nel mondo DeFi. Ovviamente, a differenza del DEX, negli Exchange centralizzati la scelta ricade nel team di sviluppo e nei proprietari della piattaforma, monopolizzando le decisioni e decidendo autonomamente.