È passata la grande paura? Dall'ultima risalita del prezzo del Bitcoin sembrerebbe che gli investitori nella criptovaluta possano tirare un sospiro di sollievo. Dopo essere precipitata di 10.000 dollari nei giorni scorsi dal suo massimo storico di 41.826 dollari, la madre di tutte le valute virtuali ha fatto temere il peggio.
Più precisamente molti hanno pensato che si venisse a configurare la stessa situazione accaduta nel 2017 quando, raggiunta la vetta di 20.155 dollari, Bitcoin crollò in poche settimane dell'80%. Il trauma che subirono allora tanti investitori è stato rievocato nelle ultime ore, quando nella loro mente si è istillato il dubbio che la corsa della criptomoneta fosse arrivata al capolinea. In verità esistono poche certezze intorno a questa moneta e l'opinione pubblica appare spaccata.
Bitcoin: i motivi del rialzo
Una possibile spiegazione dell'ultimo grande rally del Bitcoin partito nel mese di ottobre 2020 è data da una maggiore accettazione a livello globale come strumento dei pagamenti, in un contesto in cui i mercati finanziari sono rimasti tramortiti dalla pandemia.
Proprio in quel mese infatti, un colosso dei pagamenti come PayPal ha permesso ai clienti di utilizzare Bitcoin per l'acquisto di beni e servizi. Nel contempo sono cresciuti i fondi che danno la possibilità di investire in criptovalute.
A corollario di tutto questo, il timore che la politica estremamente espansiva delle Banche centrali potesse mettere in moto meccanismi inflazionistici, rendendo conveniente rifugiarsi in strumenti come oro e appunto Bitcoin.
Il fatto che negli ultimi giorni la criptomoneta abbia viaggiato sulle montagne russe con impennate di volatilità incontrollata, è stato determinato dall'attacco frontale lanciato dal Governatore della BCE, Christine Lagarde.
Il numero uno dell'Eurotower infatti ha riproposto una regolamentazione per il Bitcoin, perché utilizzato insieme ad altre valute come strumento di attività illecite. Una volta assorbito il colpo, il mercato ha continuato a ruggire, sospinto probabilmente da una nuova ondata speculativa.
Bitcoin: bolla o bene rifugio?
Come accennato, investitori e analisti sono divisi sul tema di considerare Bitcoin oggetto di una grande bolla finanziaria oppure un nuovo bene su cui rifugiarsi durante i periodi critici dei mercati. I sostenitori della prima causa evidenziano come investire in monete virtuali sia una prospettiva estremamente volatile e rischiosa, se non altro perché trattasi comunque di strumenti privi di qualunque regolamentazione.
Questo mercato ha superato un controvalore di 1.000 miliardi di dollari ed è popolato soprattutto da pochi grandi squali che controllano grandi quantità di valute. È sufficiente quindi che uno di questi investitori esca dal mercato per provocare un autentico terremoto finanziario.
Coloro che credono nel Bitcoin come bene rifugio contano sul fatto che l'ingresso di investitori istituzionali abbia in realtà trasmesso certezze, in quanto il mercato è giunto a una certa maturazione. I rendimenti scarsi di alternative d'investimento hanno spinto gli hedge fund a trovare riparo nelle criptovalute e questo spiegherebbe il rally degli ultimi tempi.
Inoltre, Bitcoin è come l'oro una risorsa scarsa, quindi serve come copertura all'inflazione. Infatti, mentre Governi e Banche centrali possono svalutare i bond e le valute ufficiali espandendone la produzione, la stessa cosa non si può dire per i minatori di oro o di monete virtuali.
In particolare questo vale per la prima criptovaluta per capitalizzazione, che è risorsa ancora più scarsa rispetto al metallo giallo. Quindi, in un periodo in cui la lotta al Covid richiede una grande quantità di denaro per sostenere l'economia, la criptomoneta potrebbe ricoprire il ruolo di "oro digitale" per cautelarsi dalla crescita dei prezzi.
Tralasciando chi possa avere ragione nelle previsioni future, alcuni fatti dimostrano che qualcosa da un pò di tempo si sta muovendo, anche in relazione alla garanzia di un minimo di trasparenza e regolamentazione. Il Dipartimento del Tesoro americano ha proposto agli intermediari di tenere registri e inviare l'identità di clienti che effettuano transazioni in criptovalute.
Le Banche centrali di tutto il Mondo stanno studiando un modo per rendere le proprie valute digitali. Proprio in questa settimana, Christine Lagarde ha dichiarato, a margine dell'intervento sul Bitcoin riguardo il riciclaggio, che l'Euro digitale sarà una realtà dei prossimi anni.