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Wirecard ha dichiarato che il fondo di cassa mancante probabilmente non esiste;
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in bilico la sopravvivenza dell’azienda, a rischio circa 2 miliardi di euro di prestiti;
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il Governatore della Banca centrale filippina ha dichiarato che non ci sono state entrate nel sistema finanziario nazionale.
Nuovo colpo di scena nella vicenda che sta tenendo banco in questi giorni riguardante Wirecard. La società di pagamenti tedesca ha dichiarato che ci sono buone probabilità che il saldo non contabilizzato, per un importo pari a 1,9 miliardi di euro, non esista.
Alla luce di questa notizia, i mercati naturalmente hanno reagito male e, nel momento in cui scrivo, Wirecard sta perdendo oltre il 41% alla Borsa di Francoforte. L’annuncio è arrivato dopo che nei giorni scorsi la società di revisione Ernst & Young non ha ratificato il bilancio 2019, appunto a causa delle perplessità su questo fondo.
Si tratta di una cifra molto consistente, rappresenta circa il 25% dell’intero bilancio. Ciò ha determinato la decisione, da parte dei vertici aziendali, di rimuovere i dati preliminari non certificati relativi al 2019, i dati del primo trimestre 2020, e gli utili previsti per quest’anno.
Oltre al crollo di Borsa a Francoforte, i gravi problemi sui conti stanno determinando anche la possibilità di subire rifiuti di prestiti per circa 2 miliardi di euro da parte delle maggiori banche mondiali.
Riguardo l’ammanco, le due banche filippine, BDO e BPI, hanno dichiarato di non avere neanche come cliente Wirecard, quindi non è possibile che possano detenere i soldi del fondo.
A questo punto è entrata in campo anche la Banca Centrale delle Filippine, affermando addirittura che il denaro non è neanche entrato nel sistema finanziario nazionale. Il Governatore dell’Istituto nazionale filippino ha inoltre aggiunto che BDO e BPI sono state palesemente usate per coprire il management di Wirecard e depistare i controlli sulle responsabilità del buco finanziario.
Con lo scoppio dello scandalo, appena dopo il rifiuto della validazione dei conti da parte di Ernst & Young la scorsa settimana, il CEO della società, con sede a Monaco, Markus Braun aveva rassegnato immediatamente le dimissioni.
La vicenda sta inoltre assumendo contorni più ampi, infatti sta facendo emergere forti dubbi sulla BaFin, ovvero l’ente tedesco che garantisce la trasparenza dei mercati finanziari, in quanto è accusata di non avere controllato adeguatamente l’affidabilità dei conti della società tecnologica.
In questo contesto piuttosto particolare analizziamo l’andamento storico in Borsa di Wireacard, cercando di capire quali possono essere i livelli importanti sul grafico giornaliero.
Naturalmente in questo periodo l’analisi è fortemente influenzata dalle notizie sulla vicenda in corso, però possiamo individuare graficamente delle aree rilevanti, dove potrebbe avvenire un rimbalzo o una prosecuzione della discesa.
Nel medio-lungo periodo, prima del profondo sell-off della scorsa settimana, che sta proseguendo anche nella seduta odierna, Wirecard si trovava comunque in Borsa in una fase discendente partita a settembre del 2018.
Nei mesi successivi, prima si è sviluppata una forte discesa che poi si è stabilizzata in un’ampia fase laterale fino a febbraio di quest’anno, in cui il titolo non è riuscito a formare un nuovo massimo più alto del precedente.
Il calo è poi continuato, fino al crollo determinato dai buchi finanziari emersi dal bilancio 2019. Le notizie sullo scandalo dei conti e l'analisi del grafico con time frame giornaliero permettono comunque di valutare l’attuazione di strategie di trading, come segue:
Long
Ingresso: attendere un pattern di inversione per delle operazioni veloci oppure aspettare che si formi una fase laterale di consolidamento
Stop: appena al di sotto del pattern di inversione
Target: raggiungimento del massimo relativo più vicino.
Short
Ingresso: attendere un ritracciamento dai livelli attuali per impostare una nuova posizione al ribasso
Stop: appena al di sopra del massimo relativo più vicino
1° target: minimo relativo più vicino 2° target: trailing profit.