Tesla sotto i riflettori oggi a Wall Street. Il pre-market preannuncia vendite e il titolo perde circa il 5%. Questo avviene dopo una trimestrale in cui si rileva che per il quinto trimestre consecutivo l'azienda è in profitto.
Le vendite della casa automobilistica hanno comportato introiti per 10,7 miliardi di dollari nell'ultimo trimestre del 2020.Il produttore di Palo Alto inoltre mira a immatricolare il 50% in più di auto nell'anno in corso rispetto a quanto fatto in quello passato, dove ha sfiorato il target previsto di 500 mila veicoli elettrici venduti.
Il mercato probabilmente ha scontato tutto questo con un rally strepitoso e ora si appresta a incassare. Tuttavia emergono dei dati che, per quanto straordinari, inducono a qualche preoccupazione per chi detiene il titolo in Borsa oppure per chi si accinge ad entrare a mercato.
Tesla: tutti i dubbi riguardo le azioni
È difficile pensare di nutrire scetticismo su un'azienda in così grande crescita e che sviluppa il suo business in quello che sarà il settore del futuro. Ma è proprio questo il principale punto di diffidenza. Tesla è cresciuta troppo e oggi ha una capitalizzazione di mercato di 800 miliardi di dollari, ovvero più di 7 volte di quella di Ford e General Motors messi insieme. Come è possibile per una società che ha una quota di mercato minimale nell'automotive? Anche riguardo proprio il segmento delle auto elettriche, l'azienda guidata da Elon Musk nell'Europa occidentale aveva una quota di mercato del 13% nel 2020, mentre Volkswagen arrivava al 23%.
L'altro aspetto riguarda i multipli esorbitanti. Oggi le azioni Tesla prezzano 1.371 volte gli utili e questo, se da un lato significa che gli investitori vanno oltre i fondamentali e nutrono grande fiducia nelle capacità del management, dall'altro rappresenta un campanello d'allarme per una possibile eventuale bolla.
C'è infine da considerare che una fonte importante dei ricavi di Tesla è determinata dalla cessione di crediti normativi ad altre aziende automobilistiche. Questi sono titoli che certificano la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili e riconoscono il merito di alcuni impianti nel risparmio energetico.
La società californiana ha incassato 401 milioni di dollari dalla vendita a produttori, soprattutto europei, che avevano bisogno di mettersi in regola con le emissioni. Ovviamente nel momento in cui tali produttori nel tempo aumentano la produzione di auto elettriche, hanno meno bisogno di questi certificati verdi e quindi sotto questo aspetto gli introiti per Tesla verrebbero meno.
Azioni Tesla: il parere degli analisti
La trimestrale di Tesla insomma ha lasciato qualche zona d'ombra. Secondo Joe Spak, analista di RBC Capital Markets, il titolo potrebbe prendersi una pausa, a seguito di poche indicazioni che sono state date circa la potenzialità di guadagni e la guida specifica per il 2021. Nel lungo termine però gli investitori dovrebbero tornare a comprare in virtù di una fiducia incondizionata verso l'azienda.
Gene Munster di Loup Ventures pone l'accento sul calo dei margini operativi. Nell'ultimo trimestre questi si sono ridotti al 5,4%, quando nei tre trimestri precedenti sono stati in media del 9,2%. La ragione sta in 4 fattori decisivi: il prezzo medio delle auto sceso dell'11% rispetto allo scorso anno, il taglio dei prezzi dalla Cina, l'aumento dei costi di approvvigionamento e i bonus generosi elargiti a Elon Musk e ad altri funzionari.
Su quest'ultimo punto vi è la dichiarazione anche del direttore finanziario Zachary Kirkhorn che ha parlato di anomalia rispetto a una situazione normale, ribadendo che il margine operativo tornerà a crescere.