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I cda di MPS e Amco decidono per la cessione degli Npe della banca alla società di recupero crediti;
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Dall'operazione ne consegue un'importante pulizia di bilancio di MPS e un consolidamento della leadership nel settore di gestiore dei crediti deteriorati di Amco;
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Gli analisti considerano positivo lo spin-off e scommettono sulle azioni di Montepaschi.
Sarà scissione dei crediti deteriorati. Così è stato deciso dai CdA di Montepaschi di Siena e Amco. Le due società controllate dal Ministero delle Economia e delle Finanze hanno avviato il progetto per la cessione di tutta una serie Npe da parte della banca senese ad Amco, previa l'approvazione della BCE che dovrà formulare dei giudizi valutativi in ambito patrimoniale di tutta l'operazione.
La Commissione UE ha già dato il benestare ritenendo l'affare in linea con le condizioni di mercato, mentre si attende ancora il giudizio della Consob. Poi la palla passerà alle assemblee dei due partners che si riuniranno in seduta straordinaria entro settembre e comunque dopo 30 giorni dell'autorizzazione della BCE. Entro il 15 novembre lo spin-off dovrà diventare effettivo. È fatto salvo il recesso dei soci, per quanto la probabilità che l'operazione non giunga in porto sia remota. Infatti il MEF potrebbe acquisire la quota del receduto, per di più a prezzi più bassi rispetto a quelli di mercato.
MPS-AMCO: l'operazione nel dettaglio
Nello specifico i crediti deteriorati ceduti saranno di 8,1 miliardi e comprenderanno 4,8 miliardi di Non performing loan (Npl) e 3,3 miliardi di Unlikely to pay (Utp). A questi si aggiungono altre attività fiscali, debiti finanziari e passività varie.
Dalla scissione ne scaturisce che Amco effettuerà l'emissione di nuove azioni da assegnare ai soci della banca con un rapporto di cambio pari a 0,4. Nel contempo le azioni di Montepaschi saranno annullate in maniera non proporzionale, ossia 90% in capo all'azionista di maggioranza, 10% agli altri soci. A questi ultimi saranno assegnate 0,0152 azioni Amco senza diritto di voto per ogni azione detenuta in MPS e saranno annullate 0,038 azioni Montepaschi per ognuna detenuta.
Bisogna precisare che la scelta da parte dei soci di minoranza di MPS è opzionale, pertanto potranno anche scegliere di rimanere soci della banca aumentando la partecipazione al capitale. Il MEF, che detiene il 100% di Amco e il 68,25% di Montepaschi, otterrà 0,0638 azioni per ogni azione posseduta nella società di gestione e recupero crediti, mentre si vedrà annullare 0,1595 azioni per ogni azione dell'istituto di credito senese.
MPS-Amco: i vantaggi dello spin-off per le due società
Secondo gli analisti, la scissione in atto comporterà indubbiamente dei vantaggi per i due attori. Per quanto riguarda MPS il totale dei crediti deteriorati sarà destinato a scendere dal 12,4% al 4,3% comportando un de-risking notevole del proprio attivo patrimoniale. Gli indici patrimoniali infatti ne beneficeranno con il CET1 Phase-in che passerà dal 14,7% al 13,3% e il CET1 Fully Loaded dal 12,7% all'11,1%. Tutto questo avrà degli effetti importanti sul piano economico in quanto, riducendosi il costo del credito, aumenterebbe la redditività aziendale.
Per quel che riguarda Amco l'accordo permette di aumentare il portafoglio crediti gestiti a livello nazionale fino a 33,4 miliardi. Questo ha un significato importante per la società che si consoliderebbe leader assoluta nel comparto degli assets deteriorati, mantenendo una solidità finanziaria di primo livello.
MPS-Amco: riflessi in Borsa e giudizio degli analisti
Le azioni della Banca Montepaschi di Siena sono partiti in grande spolvero all'apertura delle contrattazioni borsistiche nella giornata di oggi. All'uscita della notizia i rialzi del titolo sono andati ben oltre il 4%. Poi complice l'andamento negativo di tutto il settore finanziario vi è stato un ritracciamento e ora il titolo viaggia poco sopra la parità a 1,624 euro per azione. Ad ogni modo i volumi degli scambi sono imponenti, circa 5,7 milioni di titoli contro una media degli ultimi tre mesi di 3,9 milioni al giorno.
L'operazione di scissione viene però giudicata positiva da Banca IMI che ritiene che la pulizia dell'attivo che ne consegue potrebbe facilitare potenziali operazioni di M&A. Questo sebbene lo scorporo dei crediti deteriorati sia inferiore rispetto a quanto nei giorni scorsi era stato paventato dagli organi di stampa. Inoltre a giudizio degli analisti l'idea di far parte di una società non quotata senza diritti di voto potrebbe non essere attrattiva per gli investitori istituzionali, quindi l'opzione asimmetrica probabilmente verrà esercitata da una buona fetta degli azionisti di minoranza.
Anche Equita Sim si unisce alla schiera di coloro che valutano in termini positivi il deal. Secondo la società di investimento infatti il de-risking degli assets di Montepaschi ne aumenta l'appeal speculativo e potrebbe prossimamente aprire ad una fase importante di aggregazioni. Pertanto viene confermato il giudizio hold per MPS con un target price di 1,3 euro.