Una delle società che nel 2020 quasi ogni giorno fa parlare di sé è sicuramente
Tesla. Da inizio anno, le azioni a Wall Street hanno messo a segno un rally del +435,16%, superando la pandemia di Coronavirus con risultati sopra le attese. La corsa delle quotazioni non è stata fermata nemmeno dalla recente notizia di un
tentato attacco hacker.
Lo scorso 25 agosto infatti la spia russa Egor Igorevich Kriuschkov è stata arrestata dal Dipartimento di Giustizia USA dopo aver contattato un dipendente Tesla offrendogli del denaro per infettare con un malware la Gigafactory in Nevada, dove l’azienda guidata da Elon Musk produce batterie. L’obiettivo era quello di
chiedere un ricatto da 4 milioni di dollari.
La storia si è conclusa con un nulla di fatto visto che il russo è stato denunciato alle autorità, ma alcuni esperti del settore hanno evidenziato i
rischi che ci sarebbero nel caso in cui un sistema a guida autonoma venisse attaccato da un hacker. In generale, la salita del titolo in Borsa è stata così intensa che ha portato il management di Tesla a dare il via alla
prima operazione di frazionamento azionario nella storia dell’azienda.
Le negoziazioni al nuovo prezzo, che sarà
ridotto di cinque volte rispetto agli oltre 2.000 dollari attuali, prenderanno il via il prossimo 31 agosto. Sebbene
Tesla non si possa definire propriamente come un’azienda appartenente al solo comparto automotive, il suo successo in Borsa ha ispirato numerose aziende cinesi a quotarsi al New York Stock Exchange tramite dei certificati di deposito.
Wall Street: sbarca Xpeng, la rivale cinese di Tesla
Una delle compagnie del comparto EV che promette di fare concorrenza a Tesla è
Xpeng, che ieri è sbarcata al NYSE. In sede di IPO il gruppo ha
raccolto 1,5 miliardi di dollari offrendo 99,73 milioni di azioni ad un prezzo di 15 dollari. Entrambi questi numeri hanno superato quelli pianificati inizialmente, che prevedevano 85 milioni di azioni a una forchetta di prezzo compresa tra gli 11 e i 13 dollari.
Nel suo primo giorno di negoziazione il titolo è volato segnando un +41,47% e attestandosi 21,22 dollari. La società è nata nel 2014 e ha
raccolto in poco tempo 1,7 miliardi di dollari da finanziatori del calibro di Alibaba o Xiaomi,
produttore di smartphone che potrebbe diventare la nuova Apple. L’anno scorso Xpeng ha presentato il suo primo veicolo elettrico, il SUV G3, mentre la scorsa primavera la società ha lanciato una vera e propria sfida a Tesla rilasciando la berlina P7, diretto concorrente della Model 3 della società di Palo Alto.
Il veicolo non è passato inosservato, tanto che Tesla ha
avviato un’azione legale nella quale accusa Xpeng di aver copiato il modello di guida autonoma di livello tre. La società guidata da He Xiaopeng stenta però a far decollare le vendite di veicoli. Nel primo semestre 2020 la società ha venduto 4.696 auto, ben al di sotto dei competitor Nio (14.781), Li Auto (9.500) e, ovviamente, Tesla (48.384).
Mentre Tesla produce i suoi veicoli nella sua fabbrica di Shangai e Nio si serve di società statali del posto, Xpeng costruisce il suo SUV al di fuori dei confini locali e la berlina nella città cinese di Zhaoqing. Da inizio anno sono più di 20 le aziende cinesi del settore tecnologico o dei veicoli elettrici che hanno deciso di quotarsi a Wall Street, riuscendo ad ottenere
oltre 6 miliardi di dollari.
Oltre alla storia di Tesla, a ispirare le quotazioni in Borsa delle le società di veicoli elettrificati cinesi è anche la storia di Nio, la più importante startup del settore in Cina, che si è
accaparrata un finanziamento di circa 1 miliardo di dollari da diverse compagnie statali di Hefei, città a sud del Dragone. Alla Borsa di New York, le azioni Nio sono passate da 3,72 dollari di inizio anno agli attuali 19,255 dollari.