Debutto a spron battuto per Porsche AG alla Borsa di Francoforte. La quotazione è partita da 82,5 euro, le azioni vengono scambiate a 84 euro, dopo che il Consiglio di Sorveglianza di Volkswagen ha approvato il prezzo finale nella fascia alta dell'intervallo 76,5-82,5, valutando la società 75 miliardi di euro. Quella di Porsche, quindi, è
la più grande IPO europea dell'ultimo decennio e si può dire sia una mossa audace in un contesto storico dove per le società europee l'approdo sui mercati è ostacolato dalla crisi energetica, dall'aumento dei tassi d'interesse e dall'alta inflazione.
Non a caso, sulla base dei dati raccolti da Bloomberg, nei primi otto mesi dell'anno le aziende hanno raccolto meno di 10 miliardi di dollari attraverso le IPO, l'83% in meno rispetto allo stesso periodo del 2021. Philippe Houchois, analista di Jefferies, ha rilevato come la mossa desti "una certa impressione", dal momento che "Porsche è un'azienda matura e ben nota che non ha bisogno di raccogliere capitali". Questo "la buona riuscita di un'IPO in condizioni difficili di mercato dimostra l'attrattiva del business", ha aggiunto l'esperto.
Porsche: cosa significa la quotazione per Volkswagen e investitori
Cosa rappresenterà la quotazione di Porsche per Volkswagen? Sulla base delle dichiarazioni di Arno Antlitz, Chied Financial Officer del colosso automobilistico di Wolfsburg, i proventi saranno utilizzati per fornire una maggiore flessibilità finanziaria nella spinta aziendale verso l'elettrificazione e la digitalizzazione.
Anche per gli investitori la mossa avrà un significato particolare, alla luce di un impatto emotivo che reciterà un ruolo importante, sulla scorta di quanto successo con Ferrari quando si è separata dalla casa madre Fiat nel 2015. "L'alto livello di domanda dimostra la fiducia degli investitori nel futuro di Porsche", ha affermato Antlitz. Tutto questo è in qualche modo riuscito a compensare l'aspetto negativo percepito dagli investitori riguardo la complessa struttura aziendale.
In sostanza, Volkswagen ha spaccato in due l'azionariato con diritto e senza diritto di voto, mantenendo il 75% delle quote. Il 12,5% è quotato in Borsa, ma si tratta di azioni senza diritto di voto. Inoltre, una gran parte è destinata a 4 grandi investitori che si sono impegnati a raccogliere 3,7 miliardi di euro dell'IPO e riguardano Qatar Investment Authority, il fondo sovrano norvegese, T.Rowe Price e ADQ.
Il rimanente 12,5% è appannaggio degli azionisti di maggioranza di Volkswagen, ossia le famiglie Porsche-Piech, attraverso la società d'investimento Porsche Automobil Holding SE. L'acquisizione sarà effettuata in due trance, ottobre e gennaio, per mezzo di un finanziamento di 7,9 miliardi di dollari da parte di Porsche SE e un pagamento speciale di dividendi da parte di Volkswagen. Tutto ciò ha un significato particolare per la famiglia, in quanto quest'ultima riesce di fatto a riappropriarsi del controllo su un asset che è stato fuori portata per lungo tempo. Infatti, nel 2009 Porsche deteneva la metà dell'azienda e tutti i diritti di voto, ma fu costretta a cedere il business a Volkswagen in seguito al tentativo fallito di rilevare il colosso automobilistico.
Gli investitori sono anche preoccupati per la governance, oltre che riguardo la struttura proprietaria. Adesso vi è Oliver Blume che risulta essere Amministratore Delegato sia di Volkswagen che di Porsche e questo potrebbe rappresentare un problema in termini di eccessiva centralizzazione delle decisioni.
Porsche: le azioni in Borsa sono da comprare?
L'obiettivo dell'azienda quest'anno è quello di un fatturato di 39 miliardi di euro e un utile del 18% sulle vendite, secondo quanto previsto dalla società a luglio. Il ritorno economico inoltre dovrebbe salire nel lungo termine di oltre il 20%. Negli ultimi 10 anni l'azienda si è allargata nell'ambito dei modelli sportivi, aggiungendo a quello di punta 911, altri veicoli popolari come Macan, Panamera a quattro porte e Taycan.
Bernstein stima che la capitalizzazione di mercato di Porsche si attesti a 80 miliardi di euro, una quota che la colloca appena al di sotto delle aziende di lusso, sebbene nella fascia più alta delle case automobilistiche. Tuttavia, per la banca tedesca, la volatilità nella crescita degli utili e nel profilo dei margini sarà maggiore in Porsche rispetto ai competitor. "Porsche ha aumentato i volumi in modo significativo solo aggiungendo nuovi formati, e questo non sembra probabile nei prossimi anni", ha affermato l'istituto finanziario.