Ray Dalio non crede nelle azioni europee e investe short 6,7 miliardi di dollari, secondo il gruppo di dati Breakout Point. In base alle divulgazioni del fornitore, il gestore Bridgewater Associates del grande investitore statunitense ha puntato contro 21 titoli facenti parte di svariati settori.
Tra gli investimenti più importanti figurano il colosso delle apparecchiature per semiconduttori ASML Holding per 1 miliardo di dollari, il gigante energetico francese TotalEnergies per 705 milioni di dollari e la big pharma Sanofi per 646 milioni di dollari. Altre vendite minori riguardano Banco Santander, BNP Paribas, Banco Bilbao Vizcaya Argentaria, ING Groep, AXA,
Intesa Sanpaolo e Allianz.
Non è ancora chiaro, a onor del vero, se queste rientrano in un piano di operazioni allo scoperto oppure se rappresentino una forma di copertura di altre posizioni long. Le Authority finanziarie europee impongono ai fondi di esternare le proprie posizioni corte quando oltrepassano il limite dello 0,5% del capitale della società oggetto di vendita.
Azioni europee: perché Ray Dalio è dalla parte giusta
L'azionario europeo quest'anno ha seguito l'andamento dei principali mercati mondiali, ossia all'insegna delle vendite. L'indice Stoxx 600 è sceso del 17,33% nel 2022, pur facendo meglio dell'S&P 500, che è crollato del 22,9% e da poco è entrato ufficialmente in territorio ribassista. Tuttavia, le prospettive sul Continente sono state riviste al ribasso da molti analisti per via della vicinanza dell'Europa alla guerra Russia-Ucraina, della crisi energetica associata, dell'alta inflazione e dei vincoli alla catena di approvvigionamento.
Secondo Breat Wittmann, partner di Porta Advisors con sede a Zurigo, Ray Dalio ha fatto bene a scommettere contro i mercati europei. A suo avviso, le strategie short-long sono state piuttosto disastrose, ma le long only si sono rivelate le peggiori, quindi in definitiva il 72enne newyorchese si troverebbe dalla parte giusta della strategia d'investimento. Wittmann ritiene che non si è vicini al fondo e il quadro dei mercati azionari potrebbe peggiorare ancora prima di un'inversione.
La situazione oggi non può essere paragonata a quella degli ultimi 40 anni, quando dai tempi in cui Paul Volcker sedeva al vertice della
Federal Reserve si è vissuto in un ambiente tendenzialmente disinflazionistico. Ora, aggiunge Wittmann, il
quadro a livello macroeconomico è davvero complesso, con tassi d'inflazione sfrenati e disoccupazione in USA al di sotto del 4%.
Ray Dalio: siamo alla fine dell'egemonia USA
Secondo il re di Wall Street, la supremazia statunitense che ha caratterizzato gli ultimi 100 anni sta per volgere al termine. Dalio sostiene che vi siano tre grandi forze che stanno portando verso una guerra civile e un enorme conflitto di potere tra USA e il fronte guidato dalla Cina: la produzione imponente di debito pubblico, la stampa di moneta per finanziare quel debito e gli ampi divari di ricchezza e di valori che conduce a conflitti interni.
Le tre cose stanno accadendo in contemporanea, per Dalio, e l'ultima volta che ciò è accaduto riguarda il periodo tra il 1930 e il 1945. A suo giudizio, la situazione peggiorerà nei prossimi anni, con le Banche centrali che, per combattere l'inflazione, dovranno sottrarre denaro e credito alla persone, riducendone il potere d'acquisto e quindi indebolendo l'economia.