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I revisori contabili non firmano il bilancio e Wirecard cade in Borsa;
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I conti della società sotto inchiesta e ora i finanziatori potrebbero chiedere il rientro dei prestiti concessi;
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Gli analisti sono pessimisti sul futuro delle azioni Wirecard, previste altre vendite.
Shock alla Borsa di Francoforte. Le azioni Wirecard sprofondano nell'abisso perdendo circa il 69% dopo che per la quarta volta consecutiva il bilancio consolidato della società non viene pubblicato. Si tratta del più grande calo mai registrato nel DAX. I revisori contabili di Ernst&Young non sono riusciti a trovare circa 1,9 miliardi di euro di cassa come accantonamenti per rischi. Cosa che avvalora il sospetto che il Financial Times aveva avanzato nell'ottobre scorso; ossia che il personale dell'azienda potrebbe aver gonfiato le vendite e i profitti nelle filiali di Dubai e Dublino, fuorviando i revisori per 10 anni.
Wirecard a febbraio aveva affermato che le entrate dell'intero anno sono aumentate del 38% a 2,8 miliardi di euro, mentre gli utili prima di interessi, tasse, ammortamenti sono saliti del 40% a 785 milioni di euro. Il fatto accertato oggi ha fornito solide basi all'opinione di Ernst&Young circa la "purezza" dei saldi contabili e ha portato la società di revisione al rifiuto di certificare il bilancio. Per questo motivo quest'ultima chiederà ulteriori audit nei giorni a venire per fare chiarezza sulla situazione.
Tra lo sconcerto generale, l'amministratore delegato Markus Braun ha dichiarato che la società presenterà un reclamo verso sconosciuti. L'obiettivo è definire se sono state messe in piedi delle operazioni fraudolente proprio ai danni di Wirecard.
Le banche potrebbero chiudere i rubinetti
Cosa significa tutto questo? Il problema sono soprattutto i debiti in essere nei confronti delle banche. C'è il rischio che molti prestiti concessi, per la cifra di 2 miliardi di euro, potrebbero essere chiusi entro domani se i creditori chiedessero indietro i propri soldi.
Gli ultimi dati trimestrali hanno certificato che la Wirecard avrebbe un tesoretto di 3,8 miliardi di liquidità e impieghi di breve a fronte di 1,7 miliardi di debiti a lungo termine. Secondo Morgan Stanley la liquidità disponibile oggi si aggira intorno ai 220 milioni e questo sarebbe un messaggio importante per gli investitori, soprattutto se le banche richiamano il rientro dei fondi.
Wirecard non ha più l'appoggio di Bafin
Fino ad oggi l'Ente regolatore tedesco aveva creato una specie di scudo nei confronti della fintech, in merito alle grida al complotto sollevate a più riprese proprio dalla compagnia di Braun. Infatti secondo Wirecard le voci sulle zone d'ombra del bilancio aziendale sarebbero state frutto di manipolazioni di Borsa da parte di avidi investitori che giocavano al ribasso sul titolo. E in questo avrebbero avuto l'appoggio di quotidiani prestigiosi come il Financial Times.
Oggi a quanto sembra queste congetture dietrologiche non reggono più. Proprio Bafin questo mese ha effettuato una denuncia riguardo le vendite dell'ultimo tremestre, impossibili a suo giudizio da verificare, dando così modo alla polizia di indagare sul caso. Questa denuncia non è stata un caso isolato. A Londra alcuni investitori hanno intentato una causa che riguarda un'acquisizione aziendale da parte di Wirecard. E a maggio la sede centrale dell'azienda è stata perquisita dai pubblici ministeri tedeschi.
Fino ad ora, Markus Braun, che guida la società dal 2002, ha respinto le richieste arrivate da più parti di dimettersi. Il principale azionista e AD si è celato sempre dietro le promesse di migliorare la trasparenza aziendale tramite un più efficace controllo. In questo momento però sarà difficile esimersi dalle proprie responsabilità.
Cosa potrà succedere ancora alle azioni Wirecard?
Il crollo di oggi è stato rovinoso. Se si pensa che nel 2018 Wirecard aveva sostituito Commerzbank nell'indice DAX di Francoforte, si ha la misura della portata della situazione. Infatti allora contava di una capitalizzazione di 24,6 miliardi di dollari, dopo la caduta di oggi il valore è sceso a circa 6,7 miliardi.
Secondo Ingo Speich, gestore di fondi di Deka Investments, bisogna immediatamente effettuare un repulisti del personale. Addirittura Neil Campling, analista di Mirabaud Securities, sostiene che la ritirata di Wirecard potrebbe essere terminale.
Insomma, se non verrà fatta chiarezza a breve e gli investitori non recuperano fiducia, il sentiment del mercato rimane negativo e nei prossimi giorni potremo assistere ad altri violenti sell-off. Oggi la situazione sembra purtroppo assumere le caratteristiche di un requiem.