I rialzi maturati dalle quotazioni dell’oro nel corso del 2019 hanno spinto i ricavi di Confinvest. Il Consiglio di Amministrazione del leader italiano come market dealer di oro fisico da investimento, da agosto dello scorso anno su AIM Italia di Borsa Italiana, ha approvato quest’oggi i ricavi gestionali al 31 dicembre.
La società guidata dall’AD Giacomo Andreoli ha archiviato lo scorso esercizio con ricavi in crescita dell’84% a 27 milioni di euro. Nel corso del 2018 il giro d’affari si era attestato a 14,7 milioni di euro. Grazie anche alla visibilità garantita con la quotazione a Piazza Affari dello scorso 1 agosto, il significativo incremento del fatturato è legato allo sviluppo del piano strategico basato su un approccio multicanale e sull’introduzione di nuovi servizi per i clienti.
“Il 2019 è stato un anno significativo per Confinvest. La quotazione in Borsa ha segnato un passaggio fondamentale per la realizzazione della strategia di crescita pianificata nel nostro piano industriale”, ha dichiarato l’AD Giacomo Andreoli, ricordando come “la visibilità ottenuta con la quotazione, unitamente al ritorno del mercato toro sull’asset class oro, ha permesso a Confinvest di raggiungere un risultato significativo come confermato dal fatturato superiore ai 27 milioni di euro che abbiamo registrato”.
Se l’oro è stata una delle asset class più brillanti nel 2019, secondo il manager bresciano il movimento dei prezzi del metallo prezioso è stato “un segnale molto importante che offre solide basi per una nuova e consistente ascesa del valore dell’oro nei prossimi anni”.
Conto Lingotto: la soluzione Fintech driver della crescita futura
La quotazione di Confinvest in Borsa è stata determinata anche dalla volontà del management di raccogliere le risorse necessarie per sviluppare Conto Lingotto, soluzione Fintech che permetta alle persone di comprare in modo semplice e immediato l’oro fisico.
Attualmente nella fase finale di sviluppo, i primi test della applicazione mobile sono stati avviati a dicembre 2019. Ad oggi è stato completato oltre il 70% delle funzionalità del middleware, ossia l’infrastruttura back- end per l'amministrazione e servizi innovativi integrati con la normativa PSD2. La conclusione della prima fase del progetto è prevista entro il primo trimestre 2020 e il lancio sul mercato nel primo semestre 2020.
“Lo sviluppo della soluzione Conto Lingotto all’interno di questo contesto di mercato potrà fornire un grande potenziale upside per il business model di Confinvest nel corso del 2020”, ha indicato Andreoli proiettandosi verso gli obiettivi del nuovo anno.
Il progetto Conto Lingotto infatti abbraccia appieno la digital transformation in atto in numerose industries. “Un approccio digitale non solo a livello di prodotto ma di servizio offerto a tutta l’industria del risparmio è una scelta strategica fondamentale per far beneficiare Confinvest di un vantaggio competitivo di lungo termine”, ha chiosato Andreoli, ricordando come “la digitalizzazione dei processi in atto con Conto Lingotto permetterà non solo l’aggressione di nuove quote di mercato ad oggi non ancora presidiate da nessun player dell’oro, ma anche una maggiore efficienza dei processi e l’ottimizzazione dei costi, oltre a garantire una piena scalabilità del modello di business”.
La suddivisione dei ricavi
In attesa del lancio dell’App Conto Lingotto, i ricavi di Confinvest relativi ai servizi di intermediazione e investimento in oro fisico sottoforma di monete d’oro hanno rappresentato circa il 70% del giro d’affari. I ricavi relativi ai servizi di intermediazione e investimento in oro fisico sottoforma di lingotti d’oro certificati dalla LBMA hanno invece pesato per il restante 30%.
Con circa 24 milioni di euro, i ricavi della società sono stati realizzati principalmente in Italia. Nel corso dello scorso esercizio la società ha tuttavia avviato una politica di internazionalizzazione che ha portato all’ingresso anche in mercati esteri, principalmente Austria e Svizzera.
Sul fronte dei canali che hanno permesso di generare il risultato 2019, quello bancario ha rappresentato circa il 7% dei ricavi. Il canale e-commerce ha contribuito per il 5% mentre quello diretto, che ha beneficiato anche del presidio online, ha pesato per l’88%.