Carige: 27 luglio banca torna a Piazza Affari, ecco cosa sapere | Investire.biz

Carige: 27 luglio banca torna a Piazza Affari, ecco cosa sapere

23 lug 2021 - 14:30

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Martedì 27 luglio 2021 le azioni Banca Carige torneranno a essere negoziate a Piazza Affari. Ecco tutto quello da sapere sul ritorno in Borsa della banca ligure

Martedì 27 luglio 2021 sarà un giorno importante per Banca Carige. Dopo 2 anni e mezzo le azioni dell'istituto ligure torneranno a essere quotate sui circuiti di Borsa Italiana. La CONSOB ha autorizzato la pubblicazione del prospetto informativo dell'azienda e quindi la negoziazione delle azioni dopo l'ultimo aumento di capitale avvenuto il 20 settembre del 2019. Dal 2 gennaio dello stesso anno le azioni sono state sospese da Piazza Affari a seguito del commissariamento dell'istituto di credito voluto dalla BCE che si è concluso il 31 gennaio del 2020.

La Commissione di Borsa così ha disposto la revoca della sospensione, dando il via libera per il ritorno nell'MTA a partire dal 27 luglio prossimo. Sul mercato saranno quotati anche i Warrant e il prestito subordinato "Banca Carige S.p.A. 2019-2029 Callable Tasso Fisso con Reset Tier II" per un valore nominale complessivo di 200 milioni di euro.

La quota di azioni che dovrebbe approdare in Borsa si aggira intorno al 10% del totale, mentre il resto rimane in possesso del Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi, che era stato protagonista del salvataggio della Banca, per l'80%, della Cassa Centrale Banca per l'8,34% e di altri investitori istituzionali per il rimanente.


Banca Carige: cosa dice il prospetto informativo

Il prospetto informativo non lascia ben sperare gli azionisti. Al momento non è possibile determinare quale sia il prezzo delle azioni il 27 luglio e il rischio che le quotazioni possano oscillare violentemente è molto concreto.

La Banca rileva nel documento che gli obiettivi relativi al business plan del 2021 non possono essere confermati, a differenza di quelli per i 2 anni successivi. E questo manda gli investitori in uno stato di incertezza totale. Nell'ultimo aggiornamento di febbraio veniva riportata una perdita prevista di 84 milioni per quest'anno, in miglioramento in confronto ai 252 milioni in negativo del 2020. I conti in verde dovrebbero invece tornare non prima del 2023.

Nel prospetto si legge anche che una mancata o ritardata realizzazione degli obiettivi del piano metterebbe a repentaglio la situazione economica, patrimoniale e finanziaria della banca. Il piano tuttavia dovrebbe essere implementato ipotizzando che non avvenga alcuna operazione di aggregazione con altri istituti. In questo contesto, è possibile che vi sia la necessità di un'integrazione del patrimonio di circa 400 milioni di euro, che si inserisce in un processo di risanamento che ancora non è terminato.

Il prospetto sottolinea però quanto un'alleanza con altre realtà sia essenziale, perché in linea con le direttive della Banca Centrale Europea. L'operazione rientra quindi nelle intenzioni dell'istituto, sebbene non sia possibile stabilire quando questa potrà avvenire. La speranza è quella di ricevere un'offerta vincolante entro il prossimo autunno in modo tale da mettere nero su bianco un accordo prima della chiusura del 2021.

Molto probabilmente dipenderà da come in tema di M&A si evolve il ménage a trois tra UniCredit, Banca Monte dei Paschi di Siena e Banco BPM, a cui il destino della Lanterna sembra essere legato. Probabilmente gli stress test di fine luglio daranno delle specifiche ulteriori per capire come si svilupperà il risiko bancario.


Banca Carige: le questioni spinose

Una situazione spinosa che la Banca sta fronteggiando riguarda la richiesta di risarcimento dell'ex azionista Vittorio Malacalza riguardo l'aumento di capitale di 700 milioni deciso durante l'assemblea del 2019. La pretesa è stata aumentata da 486 a 539 milioni di euro. L'istituto tuttavia si reputa tranquillo e non ha effettuato accantonamenti per coprire l'eventuale esborso. Anzi ha contrattaccato chiedendo a sua volta il risarcimento per 229 milioni di euro per via della mancata approvazione dell'aumento di capitale del 2018.

Altri 2 rischi che vanno considerati concernono la possibilità che si avvi una svalutazione delle attività fiscali iscritte in bilancio e l'evoluzione in maniera sfavorevole alla Banca del contenzioso passivo. Tutti fattori che potrebbero pregiudicare la continuità aziendale. A tal riguardo, l'istituto di credito precisa che il valore delle azioni e dei warrant potrebbe essere azzerato e l'investitore perdere tutto il capitale investito.

 

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