Le azioni MPS sono sotto la lente degli investitori a Piazza Affari. Il gruppo senese è un osservato speciale e al centro di curiosità e di nuovi rumor, con il titolo che schizza di oltre +14% in Borsa Italiana. Intorno alle 10:20 il titolo ha registrato un balzo del 12,2% a 1,30 euro, riportandosi sui massimi da ottobre. Al momento della scrittura le quotazioni veleggiano a 1,31 euro (+12,86%).
Il titolo lo scorso venerdì aveva guadagnato il 7,2% dopo le parole di Pier Carlo Padoan, Presidente in pectore di UniCredit: “UniCredit vuole crescere, senza escludere operazioni per linee esterne. Siamo in una fase di profondo cambiamento e la crescita per linee esterne e' uno degli strumenti a disposizione, anche se come e' ovvio il cda non approvera' nessuna operazione che non sia nell’interesse pieno di tutti i suoi azionisti”
Il gruppo milanese viene da tempo indicato dai rumor come il partner ideale per una possibile aggregazione con la banca senese, con il Governo uscente che stava lavorando al fine di agevolare questa possibile operazione. Oggi però le quotazioni sono trainate da nuove news sul gruppo senese, vediamole.
MPS: 4 fondi interessati alla data room
La nota odierna di Equita SIM riporta le indiscrezioni del Messaggero, che parla di un interesse del fondo Apollo per la banca guidata dal CEO Guido Bastianini. Con Draghi al timone del Governo tecnico-istituzionale voluto dal Presidente della Repubblica Mattarella, gli asset del made in Italy sembrano apparire tutto d’un tratto decisamente più appetibili, perfino la banca di Siena così tanto discussa in queste ultime settimane e che nessuno voleva fino a qualche giorno fa.
Inoltre le indiscrezioni su un bond subordinato da 500 milioni per colmare nell'immediato il deficit patrimoniale allontanano inoltre i timori di aumento di capitale e spingono le ricoperture, spingendo ulteriormente il titolo in Borsa.
Secondo il quotidiano di via del Tritone, “il fondo Apollo avrebbe espresso il proprio interesse al Cda di Mps ad esaminare i conti della banca, mentre ci sarebbero altri tre fondi (Blackstone, Lonestar, Hellman & Friendman) intenzionati ad avere accesso alla data room. A questi dovrebbero aggiungersi secondo il quotidiano sia UniCredit, a partire da metà aprile dopo la nomina del nuovo CEO Orcel”.
Gli esperti di Equita ritengono tuttavia “improbabile che l’interesse di un fondo possa sfociare concretamente nell’acquisizione di BMPS, dato il profilo d’investitore, caratterizzato da un orizzonte temporale d’investimento di breve periodo e da una strategia di gestione per questo motivo più aggressiva nel taglio dei costi, possa non essere ritenuto adeguato dal MEF”
MPS: ipotesi bond subordinato da 500 milioni
Secondo Repubblica, la banca di Siena potrebbe procedere, a valle della pubblicazione dei risultati 2020 il prossimo 9 febbraio, con l’emissione di uno strumento subordinato da 500 milioni al fine di rafforzare il capitale. MPS ha previsto infatti un deficit patrimoniale di 300 milioni a marzo e di chiudere l’esercizio 2021 con un deficit complessivo stimato in circa 1,5 miliardi di capitale.
A tal proposito, il giorno del giudizio arriverà domani, con la pubblicazione dei risultati di bilancio dell’intero anno scorso e del quarto trimestre. Il quotidiano ricorda la situazione di allerta in cui versa la banca senese: che se non riuscirà a rimpolpare il capitale di almeno 300 milioni, nell’arco di 20 giorni, dovrà far fronte alla minaccia dei revisori contabili di PWC, che difficilmente sarebbero in grado di certificare la continuità aziendale, incerta da settembre e che diventerà pericolante dopo che i conti 2020 saranno approvati.
Detto questo, c’è anche chi ripone tutta la sua fiducia in Draghi, ormai prossimo a presentare un governo dopo il giro di consultazioni tra i partiti. Sicuramente l’ex numero uno della BCE si troverà più di una gatta da pelare, MPS in primis, che negli ultimi mesi il Tesoro primo azionista con una quota del 64% ha cercato di dare in sposa a UniCredit.