I prezzi del petrolio WTI guadagnano terreno nella seduta odierna, dopo il forte sell-off sperimentato ieri innescato dalla nuova ondata di casi di coronavirus in tutta Europa che ha portato a nuovi lockdown e smorzato le aspettative di una ripresa imminente della domanda di carburante.
Entrambi i contratti futures sul greggio, Brent e WTI, ieri hanno chiuso in ribasso di circa il 7%, dopo che diverse grandi economie europee hanno reimpostato i lockdown e i programmi di vaccinazione sono stati rallentati da problemi di distribuzione e timori sui possibili effetti collaterali.
Secondo il colosso finanziario Goldman Sachs, i problemi relativi alla domanda dell'UE - nonostante il recente via libera ai vaccini AstraZeneca da parte dell’EMA - e all'offerta dell'Iran, rallenteranno il riequilibrio del mercato petrolifero di 750mila barili al giorno nel secondo trimestre, anche se si aspetta che l'OPEC+ agirà per compensare tali effetti.
Negli ultimi mesi, l'Iran ha consegnato quantità record di greggio alla Cina, mentre le raffinerie statali indiane hanno aggiunto petrolio iraniano ai loro piani annuali di importazione presumendo che le sanzioni statunitensi sul fornitore del Cartello saranno presto allentate.
Materie prime, petrolio WTI: l’analisi tecnica
Le quotazioni del petrolio WTI, dopo aver toccato i massimi a oltre 13 mesi sfiorando i 70 dollari al barile, hanno ripiegato fino a segnare un minimo a 58 dollari ieri a causa del sell-off sui timori di un rallentamento della ripresa economica. La struttura tecnica del futures sul petrolio WTI ha quindi evidenziato diversi segnali che potrebbero compromettere la tendenza rialzista partita dai minimi in area 33,64 dollari di novembre 2020.
Il primo segnale di cedimento è avvenuto con la violazione al ribasso del supporto statico a 63,68 dollari, mentre il secondo con il cedimento del livello dinamico di sostegno rappresentato dalla trendline che conta il minimo di novembre precedentemente menzionato con il minimo registrato il 31 gennaio 2021, ora transitante in area 61 dollari.
A tenere le quotazioni per il momento è stato il supporto orizzontale a 58,60 dollari, ultimo livello da difendere per i compratori, mentre nella giornata di oggi i corsi stanno disegnando una candela inside di indecisione.
Vista la struttura tecnica orientata al rialzo nonostante il profondo calo, si potrebbero privilegiare strategie di matrice rialzista che punterebbero all’area di concentrazione di offerta posta tra 66,44 e 67,80 dollari. In tal caso bisognerà monitorare l’evoluzione dei prezzi nell’intorno della trendline discendente che conta i massimi del 7 e del 15 marzo 2021, ora transitante a 65,60 dollari. Vediamo i livelli e la strategia nel dettaglio.
Materie prime, petrolio WTI: le strategie operative con i Certificati Turbo24 di IG
A livello operativo, si potrebbero valutare strategie long da 61,40 dollari. Lo stop loss potrebbe essere localizzato a 59,00 dollari, mentre l’obiettivo a 66,44 dollari.
Per questo tipo di operatività si presta il Certificato Turbo24 Long di IG con ISIN DE000A22Q8S0, leva 10 e prezzo ask a 6,178 euro. Con il Turbo Calculator vediamo i livelli corrispondenti sul Certificate: prezzo di entrata a 7,103 euro, stop loss a 4,703 euro e target a 12,143 euro. Per trovare la corretta size di ingresso a mercato, ricordiamo che:
- 1 Turbo24 = 0,01 euro a punto
- 10 Turbo24 = 0,10 euro a punto
- 100 Turbo24 = 1 euro a punto
- 1.000 Turbo24 = 10 euro a punto
Ad esempio, pensiamo di comprare 200 pezzi del Certificato Turbo24 con ISIN DE000A22Q8S0 per un controvalore di 1.219,00 euro. Se il nostro target venisse raggiunto potremo vendere i prodotti incassando 2.428,60 euro. Se invece dovesse essere raggiunto lo stop loss si avrebbe la possibilità di vendere i Certificate a 940,40 euro.
L’ammontare massimo che si potrà perdere non supererà in ogni caso l’investimento iniziale: perché accada ciò le quotazioni del petrolio WTI dovranno raggiungere i 54,5471 dollari, dove si trova il Knock-Out del Certificate.
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