Sono giorni molto complicati sui mercati internazionali, dopo le vendite innescate dalla decisione del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, di fissare dazi verso tutti i Paesi del mondo. Le vendite interessano in modo indistinto azioni, indici di Borsa e materie prime, coinvolgendo quasi ogni asset class.
Focalizzandoci sulle materie prime, i prezzi del petrolio WTI sono scesi sotto i 60 dollari al barile, a causa delle crescenti preoccupazioni che le tariffe globali possano spingere gli Stati Uniti – e forse l’intera economia mondiale – verso una recessione.
Questo calo segue due perdite consecutive del 6% registrate nella settimana precedente. Il WTI si trova ora al livello più basso dal mese di aprile 2021. Le tariffe doganali stanno alimentando i timori di un aumento dei costi per le imprese, che potrebbe rallentare l’attività economica e ridurre la domanda di petrolio.
Secondo JP Morgan, le tariffe, la cui entrata in vigore è prevista per questa settimana, “potrebbero spingere gli Stati Uniti, e potenzialmente anche l’economia globale, in recessione entro l’anno”. La banca d’affari ha infatti rivisto al rialzo le probabilità di una recessione nel 2025, portandole al 60%, rispetto al 40% stimato in precedenza.
A zavorrare le quotazioni della materia prima è anche la recente decisione dell’OPEC+. Giovedì, otto Paesi OPEC+ hanno inaspettatamente concordato di accelerare il loro piano per eliminare gradualmente i tagli alla produzione, aumentando la produzione di 411.000 barili al giorno a maggio invece di 135.000 barili al giorno, una decisione che ha spinto i prezzi del petrolio a estendere le forti perdite. In questo contesto, vediamo ora l’analisi tecnica e le strategie operative con i CFD di IG sul petrolio WTI.
Materie prime, petrolio WTI: analisi tecnica e strategie operative con i CFD di IG
In questo nuovo appuntamento, Riccardo Designori ha deciso di concentrarsi sul petrolio WTI. Designori evidenzia che - nelle ultime sedute - le quotazioni hanno violato sul grafico mensile un supporto dinamico e psicologico di grandissima rilevanza.
Si tratta della linea di supporto di lunghissimo periodo che aveva sostenuto i prezzi fin da dicembre 2021, fungendo da base in diverse occasioni, di recente nel mese di marzo. Nella prima settimana di aprile, invece, tale livello è stato violato, aprendo la strada, anche dal punto di vista grafico, a un’ulteriore fase di discesa delle quotazioni.
Il grafico mensile conferma chiaramente questa direzione. Designori evidenzia come supporto l’area compresa tra 57,10 e 57,90 dollari, corrispondente ai minimi registrati a metà marzo 2021. Eventuali rimbalzi — da valutare secondo la propensione al rischio individuale — potrebbero essere sfruttati per impostare strategie ribassiste.
Il primo livello da monitorare in caso di recupero è l’area dei 62 dollari. Un pullback più profondo potrebbe invece spingersi verso 65,40 dollari, dove transita l’ex supporto dinamico citato precedentemente.
Il quadro tecnico attuale quindi favorisce l’implementazione di strategie ribassiste e cambierebbe soltanto in presenza di un ritorno delle quotazioni sopra i 72 dollari. Per quanto riguarda l’operatività, la strategia short potrebbe essere aperta da area 65,40 dollari, con stop loss in area 72 dollari e un target in prossimità dei 37 dollari al barile.
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