Mercati: come sono andati nella prima settimana di dicembre? | Investire.biz

Mercati: come sono andati nella prima settimana di dicembre?

06 dic 2021 - 12:30

06 dic 2021 - 12:34

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Vediamo come sono andati i mercati azionari, obbligazionari e valutari nella prima settimana di dicembre, con la variante Omicron che resta in primo piano

Nella settimana appena conclusa si è continuato a vedere un braccio di ferro tra compratori e venditori, con i primi che sono riusciti ad andare in vantaggio. Gli indici di Borsa si sono mostrati particolarmente nervosi, con l'incertezza alimentata dai timori per la variante Omicron del Covid-19 e delle relative conseguenze sulla ripresa del ciclo economico su Europa e USA in primis. 

Per chi osserva l'analisi tecnica, gli indici di Borsa azionari europei e italiani stanno veleggiando nei pressi della media mobile a 200 giorni, considerata come spartiacque tra la prosecuzione degli acquisti e l'inizio delle vendite. Le Bande di Bollinger, termometro della volatilità in corso, si stanno allargando a testimonianza del nervosismo dei mercati. 

Il nuovo ceppo del virus ha rubato la scena ai Presidenti delle Banche centrali, mettendo in discussione le possibili azioni future di politica monetaria, gettando ombre sulla stabilità delle economie globali. Le prossime settimane ci forniranno un quadro più chiaro per i mesi a venire.


Materie prime: continua la correzione dell'indice CRB

La scorsa ottava conferma la fase di incertezza dei mercati. Continua la correzione dell'indice di riferimento CRB che ha chiuso a circa 220, il petrolio Brent si è fermato a circa 70 dollari al barile, mentre l'oro è rimasto sostanzialmente stabile a 1.800 dollari l'oncia. 

A mio parere le principali economie globali devono decidere se preferiscono la ripresa economica con l'indice dei prezzi al consumo tenuto al guinzaglio dalle Banche centrali tramite il controllo della curva dei tassi di interesse, oppure una recessione con inflazione (nota come stagflazione).

Questo fenomeno verrebbe causato dai rallentamenti della domanda a causa del nuovo ceppo del Covid-19, con contestuale incremento dei costi delle materie prime per via delle strozzature nella catena di approvvigionamento, della speculazione e della Cina che tiene l’Europa sotto scacco. Al netto dei momenti di paura sui mercati, dove tutti gli investitori vendono a prescindere, i prossimi mesi chiariranno la questione.

 

Mercato obbligazionario: scendono i rendimenti 

Nella settimana appena conclusa, il mercato obbligazionario ha messo a segno un andamento conseguente a quello che accade in particolar modo all'azionario, incrementando i corsi e diminuendo i rendimenti. 

Il denaro si sposta nei luoghi in cui c'è più sicurezza: è in quest'ottica che devono essere considerate le chiusure del nostro BTp decennale (rende lo 0,82%) e del Bond Usa10Y (il rendimento scende a 1,32%). Il vero problema per il risparmiatore è che un titolo di Stato italiano rende circa il 2% meno del tasso di inflazione su base annua che oggi si aggira al 3% e che erode silenziosamente i nostri investimenti.

Se poi consideriamo commissioni bancarie e imposta di bollo sul deposito titoli il quadro diventa ancora più deprimente. Come se ne esce? Aumentando il rischio e tradando i BTp a lunga scadenza o guardando ai mercati emergenti. Qualcosa che non consiglierei mai a un tranquillo risparmiatore.


Mercato valutario: Erdogan e Lira turca al centro dell'attenzione

Il cambio EUR/USD continua a mostrare stabilità chiudendo la settimana a 1,13. Il dollaro conferma la sua forza, che probabilmente aumenterà in caso di futuri aumenti del costo del denaro da parte della Federal Reserve o in caso di shock esogeno sui mercati che accreditano la divisa statunitense come bene rifugio. 

L'ottava è stata ancora segnata dalla “saga Erdogan”. Il Presidente turco ha infatti cacciato il suo ministro delle finanze, che a suo dire non seguiva i dettami di una politica monetaria espansiva che favorisce il credito e la crescita economica.

Il risultato è stato il tracollo della Lira turca. L’inflazione si abbassa aumentando il costo del denaro, non riducendolo. Non credo che Erdogan sia uno sciocco o che lo siano i suoi economisti, evidente che dietro queste manovre  esiste una precisa regia politica, a noi sconosciuta. Speriamo solo che la Turchia rimborsi le obbligazioni emesse, pena forti turbolenze in arrivo sui mercati.

 

Franco Bandelli - www.finanzairriverente.com

 

 

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