- Ad inizio 2020 il petrolio aveva mostrato grande vitalità, ma dopo tre settimane il mercato ha riportato i prezzi al punto di partenza.
- Il coronavirus alimenta il pessimismo circa l'andamento futuro dell'economia cinese con riflessi su materie prime e valute ad essa correlate.
- Rublo russo e Corona norvegese le divise maggioramente colpite. Intanto riapriamo il trade long su EurPln...
Ad inizio mese avevo pubblicato un articolo che commentava come a forza del petrolio seguisse debolezza di alcune valute particolarmente esposte all’andamento di questa materia prima come Rupia indiana e Lira turca. Dopo qualche settimana mi ritrovo a scrivere lo stesso articolo ma dal lato opposto. La caduta piuttosto corposa nel prezzo del greggio sta mietendo vittime soprattutto tra quelle valute definite oil currencies.
Il Rublo russo e la Corona norvegese sembrano essere le divise più colpite dagli effetti indiretti sui prezzi delle commodities innescati dal coronavirus. Il timore di un forte rallentamento dell’economia in Cina ha naturalmente impattato il prezzo dell’oro nero passato dai 64$ di inizio gennaio ai minimi di 52 $ attuali.
Del Rublo russo ho parlato proprio venerdì con una prospettiva bearish di breve che sta prendendo effettivamente corpo. Per quello che riguarda la valuta scandinava un mix di fattori negativi hanno riportato il cross EurNok sopra la soglia psicologica di 10.
Mercato valutario: i fattori che pesano sulle quotazioni della corona norvegese
Dapprima ci ha pensato la Banca Centrale che non solo ha lasciato invariati i tassi al 1.5% ma ha anche espresso una prudenza per i prossimi mesi che finora non si era mai vista. Il picco ciclico della congiuntura economica potrebbe essere prossimo secondo la Norges Bank ed ecco che i mercati hanno cominciato a vendere sull’attesa di uno stop nel rialzo dei tassi di interesse.
Il secondo fattore è quello di natura politica. Non solo l’Italia vive nell’incertezza ma anche la Norvegia deve fare i conti con l’instabilità. La maggioranza che supporta il Governo è in bilico e questo naturalmente alimenta l’incertezza verso il Nok.
Il terzo fattore è naturalmente l’andamento di un prezzo del petrolio vittima di una forte debacle in pochi giorni. Colpa delle prospettive poco rosee che il coronavirus potrebbe innescare nell’economia interna cinese, ma anche di un colpevole eccesso di esposizione lunga da parte di hedge fund letteralmente sorpresi dal movimento ribassista del WTI.
Analisi tecnica: rimbalzo EurNok sta portando RSI in ipercomprato
Il violento rimbalzo di EurNok allontana per il momento ogni velleità del Nok ma al tempo stesso è interessante perché sta portando l’RSI in ipercomprato. Negli ultimi tempi pattern di questo tipo hanno segnalato l’imminenza di un top primario e visto che la figura che si sta delineando assume le sembianze di un potenziale testa e spalla ribassista giusto tenere sotto osservazione l’andamento di EurNok.
Aggiornamento EurPln
Chiudo riprendendo l’aggiornamento di un trade su un cross che sta dandomi grandi soddisfazioni. Sto parlando di EurPln. Queste le parole con cui concludevo l’articolo del 13 gennaio “Già ora è sotto pressione la up trend line che unisce i minimi del 2015 e quelli del 2018, ma poco sotto (4.22) passa la trend line madre del bull market che trova la sua origine nel 2010.La strategia a questo punto è basata sulla pazienza di attendere una figura di chiusura settimanale favorevole. A quel punto e solo dopo una price action confortante aprirò una posizione long per cercare di sfruttare un ritorno verso quella zona di 4.35/4.40 nei prossimi mesi”.
Missione a quanto pare compiuta almeno per quello che riguarda l’apertura della posizione long. Centrato in pieno il supporto di 4.22 (minimo a 4.214), il mercato ha chiuso la settimana con un hammer. A quel punto bisognava solo fissare un ordine long sopra il massimo di figura a 4.244. Ordine long entrato. A questo punto vediamo se anche l’obiettivo rialzista verrà toccato con precisione nelle prossime settimane.