E fanno otto. Otto sono le settimane consecutive di rialzo che hanno accompagnato questa prima parte del 2024 di USD/JPY, un rapporto di cambio che ha saputo sfruttare il dilatarsi del differenziale tassi tra USA e Giappone oltre alla divergenza nella crescita delle rispettive economie.
Lo Yen giapponese ritorna così sopra quella soglia di 150 che rappresenta una potenziale zona di intervento della Bank of Japan comunque ancora non così attiva come ci si aspetterebbe. Per il momento sono più le dichiarazioni politiche ad accompagnare un mercato che giornalmente mette alla prova i giapponesi, storicamente abili nel difendere la propria valuta. Quando serve.
Perché sul fatto che sia necessario un intervento non sarei così sicuro. Tutto sommato importare un po' di inflazione potrebbe agevolare il ritorno ad un livello di prezzi al consumo stabile al 2% in Giappone, favorendo nello stesso tempo un’uscita dalla politica monetaria del tasso zero da parte della Bank of Japan.
La bilancia commerciale di gennaio ha evidenziato un aumento dell’export giapponese dell'11,9% e un calo dell’import del 9,6% su base annua, creando le premesse per un inaspettato surplus commerciale ben assecondato da un indice azionario giapponese ben presidiato da aziende export oriented e che rivede la luce dopo decenni passati sotto i massimi storici.
La banca centrale nipponica dovrà a breve valutare cosa fare con i tassi. La settimana scorsa Ueda, il Presidente della BoJ, ha rafforzato le aspettative per un rialzo dei tassi di interesse a giugno indicando come prevedibile una fase di crescita graduale dell’inflazione grazie ad un combinato di ciclo economico in miglioramento e aumenti salariali. Se sta preparando il terreno all’evento lo capiremo nei prossimi meeting di politica monetaria. Vista la decisione storica di abbandonare il tasso zero non ci stupirebbe un prolungamento del periodo di riflessione.
Forex: USD/JPY, vicini i massimi del 2022 e 2023
Per quello che riguarda USD/JPY, il test della media mobile a 65 settimane che già negli anni passati aveva agito da eccellente supporto per la ripresa del cambio, ancora una volta è stato decisivo nel corso del 2023 preparando il terreno al rally di inizio 2024.
I massimi del 2022 e 2023 (152) sono ormai a tiro e se da una parte ingolosisce la prospettiva di un triplo massimo, non va mai dimenticato che un ritorno del mercato su livelli così importanti necessita di catalizzatori importanti per allontanare il cambio dalla zona di pericolo.
Potrebbe essere la FED che a sorpresa taglia i tassi prima del previsto o la BoJ che decide di mettere mano al costo del denaro prima dell’estate. Quello che è certo è che su USD/JPY un trade short potrebbe avere senso scommettendo su una qualche forma di intervento giapponese anche nel breve periodo. A patto di piazzare un rigoroso stop almeno uno figura sopra i massimi degli ultimi due anni a 152 per evitare che il break delle resistenze scateni spike improvvisi verso l’alto a causa di barriere su opzioni e stop loss ormai da tempo fissati su questi livelli.