Come da previsioni, il governo francese è caduto e ora l'euro rischia di andare nel caos. La reazione dei mercati al voto di sfiducia di mercoledì sera è stata pacata, ma solo perché gli investitori avevano già scontato il rovesciamento dell'esecutivo. Destra e sinistra si sono unite nel togliere l'appoggio al primo ministro Michel Barnier, dopo la presentazione della legge di bilancio 2025 da 60 miliardi di euro. Alcune concessioni non sono bastate a placare il disappunto del leader di Rassemblement Nationale, Marine Le Pen, che alla fine non ha fatto sconti.
La crisi di governo ora getta la Francia in un terreno inesplorato sul fronte politico e fiscale. Oggi il presidente della Repubblica, Emmanuel Macron, parlerà alla nazione dettando la linea per i prossimi mesi. Il capo dello Stato può nominare un nuovo primo ministro, benché la costituzione non preveda una scadenza precisa.
La Francia avrà un governo di transizione nel frattempo, mentre il nuovo esecutivo dovrà affrontare la stessa palude economica e lo stesso parlamento diviso di Barnier. Alcuni hanno ipotizzato anche la possibilità di dimissioni di Macron, ma il presidente ha dichiarato che non intende lasciare la carica prima delle prossime elezioni presidenziali del 2027. Intanto quest'anno, la seconda economia dell'Eurozona dovrebbe riportare un deficit del 6%, il doppio di quanto consentito dalle regole dell'Unione europea.
Nel frattempo, c'è preoccupazione per la stabilità dell'Europa e dei mercati finanziari. "I recenti sviluppi in Francia non fanno che aggravare i venti contrari per la nazione e l'Unione Europea in generale", ha detto Bill Campbell, gestore di portafoglio di DoubleLine Capital.
Euro: cosa succederà ora dopo la caduta del governo francese?
Da quando Macron a giugno ha indetto le elezioni anticipate dopo l'esito disastroso del suo partito al voto per le europee,
l'euro è precipitato nei mercati valutari, perdendo circa il 2,7% nei confronti del dollaro USA. Ora la moneta unica si trova in una situazione molto delicata, anche perché il rallentamento dell'economia della Zona Euro e la probabile applicazione dei dazi USA quando
Donald Trump salirà ufficialmente alla Casa Bianca potrebbero costringere la
Banca Centrale Europea a intensificare il percorso dei tagli ai tassi di interesse.
"Stiamo entrando in un periodo prolungato di instabilità nella politica francese e questo può essere considerato solo un vento contrario per l'euro", ha dichiarato Skylar Montgomery Koning, strategist valutario presso Barclays a New York. Per Shaun Osborne di Scotiabank, il voto probabilmente significa un certo indebolimento nelle impostazioni generali della politica fiscale. Se questa situazione si intensifica, l'euro potrebbe essere sottoposto a maggiori pressioni".
Alex Everett, gestore degli investimenti di Abrdn ha espresso pessimismo sulle prospettive del deficit francese, citando "il continuo malessere, la scarsità di decisioni e i progressi insufficienti verso la sostenibilità del debito" come cause che potrebbero mettere in subbuglio i mercati finanziari, e quindi anche l'euro.