L’annuncio di Trump di colpire Messico e Canada con dazi commerciali sulle importazioni non appena avverrà l’insediamento ufficiale alla Casa Bianca ha avuto riflessi anche pesanti sulle valute dei due Paesi. Il mercato aveva già annusato questo rischio e non a caso dollaro canadese e peso messicano avevano già accumulato perdite già a partire dall’estate. Ma poi, arrivata la notizia, la volatilità si è scatenata pur non provocando un sell off clamoroso come accadde al peso messicano dopo l’elezione di Trump nel 2016.
Le motivazioni ufficiali del tycoon indicano nel traffico di droga e nell’immigrazione clandestina le due cause scatenanti di questa decisione. I due Paesi confinanti non stanno facendo abbastanza e di conseguenza l’America deve proteggere i confini imponendo danni economici a Canada e Messico.
Forex: USD/CAD, obiettivo massimi storici
USD/CAD è immediatamente balzato sulla notizia ai massimi dal 2020, livello visto in piena pandemia quando il prezzo del petrolio crollò sotto zero.
Soprattutto a livello grafico il cambio sembra aver messo la parola fine ad una fase di consolidamento che stava portando avanti da quasi due anni, con 1,395 a fare da parete superiore di resistenza.
Se il movimento attuale non sarà qualificabile come trappola per tori (e quindi se non ci sarà un ritorno immediato sotto la precedente resistenza ora supporto), i due massimi storici posizionati tra 1,46 e 1,47 sembrano essere l’obiettivo più probabile per i prossimi mesi. Faccio notare che il massimo precedente il 2020 fu realizzato nel 2016. Una ciclicità “presidenziale” da non sottovalutare.
Forex: USD/MXN verso i livelli del 2016
Passando al cambio USD/MXN il bilancio del 2024 suona già pesantemente negativo con un -20% che ha assunto contorni profondi soprattutto da maggio in avanti. Le elezioni presidenziali locali e la consapevolezza che Trump poteva essere il nuovo presidente americano hanno riportato il cambio USD/MXN ai livelli di due anni fa sopra quota 20.
Qui siamo molto lontani dai massimi del 2020 che superarono quota 25 MXN per 1 USD, mentre non siamo lontanissimi da quella zona 22 che accompagnò il cambio dopo l’elezione di Trump nel 2016.
Credo che quello potrebbe essere considerato un potenziale obiettivo di breve periodo considerando anche che la politica monetaria messicana (come quella canadese) è al momento orientata verso il taglio nei tassi di interesse. Con una FED non più "dovish" sul costo del denaro, il vantaggio di rendimento dei bond messicani si assottiglia fornendo meno appeal al MXN.
In questo momento non ha molto senso avviare "long" su CAD e MXN. Meglio attendere l’insediamento ufficiale di Trump e una fase di sentiment ancora più orientato al pessimismo per poi agire, a quel punto, in senso contrarian.