Da Washington, dove ha partecipato alla riunione dei leader finanziari del G20, Kazuo Ueda ha detto di attendersi che l’inflazione giapponese, attualmente in area 3%, scenda sotto il 2% nella seconda metà dell’anno fiscale. Con l’anno fiscale che in Giappone si chiude il 31 marzo, per il governatore della Bank of Japan il tasso di crescita dei prezzi al consumo arretrerà sotto la fatidica soglia dei 2 punti percentuali a partire dagli ultimi tre mesi del 2023.
Dal neo-governatore, Haruhiko Kuroda ad inizio aprile ha concluso il suo secondo mandato quinquennale rimarcando che “l’obiettivo di inflazione della BoJ è sempre più vicino a essere raggiunto in modo stabile e duraturo”, sono arrivate rassicurazioni sulla prosecuzione di una politica monetaria ultra-allentata che permetta di raggiungere stabilmente l'obiettivo del 2%.
Ueda ha fatto sapere che le previsioni della BoJ tengono conto della possibilità di un rallentamento dell'economia mondiale e che l’ipotesi di una grave recessione globale non è stata considerata nelle proiezioni di base. “Poiché il nostro scenario di base prevede una ripresa della crescita globale dopo un periodo di rallentamento, è probabile che i salari giapponesi continuino ad aumentare".
In occasione della prossima riunione politica monetaria, in calendario il 26-27 aprile, la prima della BoJ sotto la guida di Ueda, l’istituto diffonderà le nuove previsioni trimestrali di crescita e inflazione fino all'anno fiscale 2025. Secondo il consenso degli economisti, la fragilità della ripresa non permetterà alla Banca Centrale giapponese di modificare la sua politica monetaria, incentrata sulla politica di controllo della curva dei rendimenti.
Cosa farà la BCE nel meeting di maggio?
Mentre a Tokyo tutto sembrerebbe far pensare ad un approccio “Wait and See”, la stessa cosa non si può dire in Europa. In attesa di indicazioni dagli “Spring Meetings” di Fmi e Banca mondiale, ai quali parteciperanno la presidente Christine Lagarde ed il consigliere Fabio Panetta, il Governatore della banca centrale belga, Pierre Wunsch, ha parlato della necessità di ulteriori rialzi prospettando il possibile stop ai reinvestimenti del debito in scadenza quest'anno.
“Dobbiamo fare di più per quanto riguarda il quantitative tightening", ha detto all’agenzia Reuters. "Potremmo interrompere completamente i reinvestimenti quest'anno ma, anche così, ci vorranno anni per ridurre il portafoglio", ha aggiunto.
Per quanto riguarda il meeting di maggio, in calendario giovedì 4, la scelta è tra una stretta da 25 ed una da 50 punti base. “Se ci sarà un'altra sorpresa al rialzo nell'inflazione core e l'indagine trimestrale sui prestiti della BCE non sarà troppo negativa, potremmo arrivare a 50". Nel caso in cui la crescita dei prezzi “depurata” dovesse fornire indicazioni positive “allora forse 25 sarà più appropriato".
EUR/JPY: ci attendiamo ulteriori rialzi
Sulla base di queste premesse, per il cross EUR/JPY ci attendiamo una prosecuzione di quel trend rialzista iniziato a maggio 2020 che, partito da 116 ¥ ha permesso ai corsi di salire fino agli attuali 146,5 yen.
Come accaduto un anno fa, quando il raggiungimento di quota 140 ha innescato un ritracciamento fino ai 133,4 yen, anche questa volta riteniamo che l’approdo su livelli resistenziali particolarmente importanti, l’area dei 147 yen è stata testata l’ultima volta a fine ottobre 2022 per la prima volta dal dicembre 2014, possa innescare una correzione in grado di spingere i corsi in direzione dei 144 ed eventualmente anche a 142 ¥.
Proprio da 144 si potrebbe far partire un’operazione “long” con target fissato a 147 yen. Gli investitori con un orizzonte temporale più lungo potrebbero anche puntare su un approdo a 148,4 (top del 21 ottobre 2022). Lo stop loss potrebbe essere fissato al di sotto della trendline ottenuta dai lows toccati a dicembre 2021 ed a gennaio 2022 a 140,5 ¥.
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