Posso dire tranquillamente che siamo arrivati alla cosiddetta prova del nove sia per lo yen giapponese che per l’oro. Tradizionalmente la divisa nipponica e il metallo giallo vantano una correlazione diretta.
Questo annovera le due variabili finanziarie tra quelle che fungono da rifugio (assieme ai titoli di Stato americani) nei momenti di tensione, così come li mette allo stesso livello durante le fasi di risalita dei tassi, in particolare quelli statunitensi.
Il perché è presto detto: l’oro non ha cedola, quella dei titoli giapponesi è quasi nulla da svariati anni ed è ovvio che un inasprimento del costo del denaro li mette ai primi posti come vittime degli spostamenti di flussi finanziari globali. Ma andiamo a vedere i due grafici ed il perché dico che yen e oro sono al punto di svolta.
Oro e USD/JPY: analisi tecnica e strategie operative
L’oro si è già lasciato alle spalle la media mobile a 200 giorni ma ancora deve averla vinta rispetto alla doppia trendline ascendente che guida il bull market dal 2018. Tra 1.630 e 1.680 dollari l’oncia il prezioso che sembra aver lasciato le luci del palcoscenico alle quotazioni del Bitcoin troverà infatti un punto di sostegno cruciale.
Finchè i tassi a lunga americani saliranno, appare difficile assistere a un’inversione di tendenza e quindi è naturale pensare che l’interessamento di questa fascia di supporto del metallo giallo possa vedere un decennale americano attorno al 2%. E lì il mercato si interrogherà su cosa fare. Svuotare le cassette di sicurezza per comprare carta obbligazionaria o tornare ad aumentare le riserve auree?
Lo stesso quesito riguarderà anche lo Yen. Qui forse siamo addirittura in anticipo con un grafico che ci mostra come già ora area 110 è ora sotto pressione. Il violento movimento di indebolimento dello Yen da inizio anno (oltre 6 figure) ha coinciso in pieno con il rally dei rendimenti statali americani.
Lo sfondamento della media mobile a 200 giorni ha dato linfa alla vendita di valuta nipponica, per tutto il 2020 confinata sotto la resistenza dinamica. Come un tappo lo scoppio è stato fragoroso ma ora si tratterà di capire se le resistenze faranno tornare indietro le quotazioni o se queste riusciranno a riprendere la marcia verso l'alto.
Dovesse prevalere quest'ultimo scenario, per il dollaro si aprirebbero contesti di rafforzamento tutt’altro che desiderati dalla Casa Bianca, visto l’imponente deficit commerciale accumulato, mentre per l’export giapponese sarebbe ossigeno puro.
Uno scenario a quel punto inedito con rendimenti globali in ulteriore crescita, probabilmente causa inflazione, e l’oro che non eserciterebbe più nessun fascino verso investitori desiderosi di recuperare in fretta la porta di uscita per evitare perdite peggiori.
Considerando quanto questi due fattori finanziari sono utilizzati dai gestori globali per modulare il rischio di portafoglio, lo snodo a quale stiamo andando incontro influenzerà le asset allocation dei prossimi mesi.