Cercate indizi circa la direzione della prossima inflazione globale? Allora un occhio non disinteressato va gettato sul cambio AUD/USD. Da sempre barometro del ciclo economico mondiale e soprattutto del sentiment di mercato verso le materie prime, l’Aussie ha chiuso venerdì con un balzo all’insù di oltre una figura.
Merito certamente del rame e di un rally rialzista che non sembra trovare sosta come quello del ferro (altro metallo decisamente importante per il Paese oceanico), ma merito anche di un eccellente contenimento del virus da parte del Governo australiano. Gli indicatori PMI sono saldamente sopra quota 50 punti e le vendite al dettaglio hanno fatto registrare un incremento dello 0,6% a gennaio. L’economia insomma si sta riprendendo.
Il prossimo meeting della RBA è previsto per il 2 marzo e non sono attese variazioni. Le stesse dichiarazioni della Banca centrale non sembrano mettere in preventivo rialzi fino al 2024, una data che ci pare un po' eccessiva soprattutto alla luce del recente andamento del cambio.
Evidentemente l’australiano ha preso alla lettera le parole dell’assistente governatore centrale Kent il quale ha indicato nel 5% il livello che l’AUD non ha potuto prezzare finora per effetto del QE. Il mercato ha messo insieme i pezzi del mosaico e, pensando che il Quantitative Easing nei prossimi anni progressivamente si ridurrà, ha comprato la divisa australiana spingendola vicino al livello obiettivo.
AUD/USD: analisi tecnica e strategie operative
Graficamente l’obiettivo diventa abbastanza semplice fissarlo in quel doppio massimo di area 0,81 che tra fine 2017 e inizio 2018 intercettò il top primario di AUD/USD prima di una rovinosa caduta capace di portare il cambio fin sotto 0,55. Tutto questo meno di un anno fa e festeggia lauti profitti chi ha gettato il cuore oltre l’ostacolo a marzo comprando la divisa australiana quanto valeva poco più di mezzo dollaro americano.
Rally straordinario che testimonia la vitalità delle materie prime ma evidentemente anche della ripresa cinese alla quale l’Australia è intimamente legata. Credo che uno stop su questi livelli di resistenza rappresenti un’ipotesi alquanto plausibile anche solo per raffreddare un sentiment che comincia a diventare surriscaldato su certi indicatori tecnici. Obiettivamente questo non è vero per l’RSI che solo ora sta entrando in ipercomprato.
Questo spinge a “chiamare” come certo un 8 dopo lo zero punto nelle prossime settimane. Se il mercato a sorpresa dovesse correggere possiamo individuare in 0,74 la soglia di supporto più interessante sulla quale rientrare. Per ora però meglio stare lunghi cominciando a raccogliere qualche frutto da 0,80 in su. Se la fiammata inflazionistica ha ormai raggiunto il suo apice per un po' AUD/USD si godrà le alte vette smettendo di salire. Ma se siamo entrati in una fase di inflazione ben oltre il 2% fissato come target da tante Banche centrali allora la scalata del cambio è solo ad un passaggio intermedio.