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Pesanti ribassi per valute emergenti e commodity currencies la settimana scorsa sull'onda del pessimismo che ha avvolto i mercati
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NzdJpy esprime tutta la negatività dei carry trader che preferiscono il porto sicuro dello Yen al rendimento del Kiwi
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Il crollo del petrolio ha avuto conseguenze pesanti anche sul Dollaro canadese ora alle prese con livelli tecnici molto rilevanti per il suo futuro
Bollettino di guerra quello con cui il mercato forex ha archiviato la settimana scorsa. Se c’è una cosa che funziona quando i mercati finanziari scendono in modo verticale come sta succedendo negli ultimi giorni, quel qualcosa sono le valute bene rifugio. Yen e Franco svizzero a cui aggiungere (anche se non sempre) il Dollaro Usa. La settimana scorsa sono state le uniche divise a far segnare un più davanti alla performance finale. Tutto il resto è sprofondato con valute emergenti e commodity currencies trascinate sempre più giù. I timori di una recessione globale, parola non più tabù, alimentano un pessimismo che trova sfogo soprattutto nelle valute esposte al ciclo economico mondiale.
Rublo, Real e Rand hanno perso tutte quante tra il 5 e il 6%% seguite da Mxn e Try a -4%.
Tra le valute sviluppate pesantissimo il ribasso de Dollaro neozelandese (-3%) come l’australiano e la Corona norvegese che ha toccato nuovi minimi storici contro Euro. Un esempio di come il mercato non sta andando tanto per il sottile ed è preoccupato per la crescita globale è NzdJpy.
Forex:per NzdJpy peggior calo settimanale da gennaio 2016
Tipico cross da carry trade il calo settimanale di oltre il 5% è il peggiore da gennaio 2016 per NzdJpy. In quel caso seguì una fase di caduta meno violenta ma comunque portatrice di nuovi minimi. Il test della resistenza di NzdJpy in modo esemplare ha scatenato la reazione dei venditori facendo virare il cross al ribasso. Il ghiaccio sotto NzdJpy è sempre più sottile ed il cedimento dei minimi di settembre aprirebbe le porte a nuovi inevitabili minimi.
Altra valuta che ha subito un ridimensionamento in questo durissimo febbraio è il Dollaro canadese colpito duro dal crollo del petrolio sceso del 20% in una settimana. Essendo UsdCad una delle valute più sensibili al movimento del prezzo del greggio il break rialzista in atto non appare molto confortante. Un prezzo del petrolio WTI scivolato sotto i 45 $ al barile mette in difficoltà non solo la produzione di greggio delle sabbie bituminose canadesi (costose nel processo di lavorazione) ma anche i tanti giacimenti di shale oil che negli ultimi anni hanno estratto petrolio speculando su differenziali di ricavo-costo decisamente vantaggiosi.
Adesso che il petrolio ha il fiato corto anche il Loonie soffre. Tecnicamente non si può però considerare invertita definitivamente una tendenza bearish di UsdCad fino a quando non verrà superato 1.352. Uno sfondamento di questo livello creerà le premesse per un canadese molto più debole ed un prezzo del petrolio probabilmente più basso di quello attuale. Neozelandese e canadese sono due commodity currency che stanno raggiungendo livelli critici. Una reazione serve ora per evitare una fase di avvitamento pericoloso anche nel mondo delle materie prime.