A Wall Street è ancora l’ora dei record | Investire.biz

A Wall Street è ancora l’ora dei record

20 mag 2024 - 14:00

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Il Dow Jones sopra 40 mila punti è sintomatico del buonumore degli operatori, che scommettono su una Fed più libera nella gestione della politica monetaria

Non passa settimana che i listini azionari globali non aggiornino i massimi storici. Oltre ai top toccati dall’S&P 500, grande visibilità ha trovato il superamento della soglia dei 40mila punti da parte del Dow Jones. Nelle ultime settimane il sentiment degli investitori è impostato a favore del rischio, sostenuto dalla convinzione che la FED possa avere più libertà nella gestione della propria politica monetaria.

E in questa direzione si sono inserite due importanti voci macro in uscita la scorsa settimana: l’inflazione statunitense e i dati sulle richieste di sussidi per i disoccupati. Seppur di poco, la prima ha mostrato un ulteriore rallentamento su base mensile. La seconda ha confermato gli input che erano emersi già con la diffusione dei Non Farm Payrolls e dei dati sulla disoccupazione di aprile: il mercato del lavoro si sta gradualmente indebolendo.

In Europa le dichiarazioni dei banchieri centrali continuano a confermare le attese per un taglio dei tassi a giugno. In questo clima di risk on sono tornate di moda le meme stock, con titoli come GameStop e AMC Entertainment che hanno vissuto una settimana sull’ottovolante tra portentosi rialzi e altrettanto violente discese delle quotazioni.

 

 

Indici PMI sotto i riflettori

Come di consueto, la terza settimana del mese è caratterizzata dalle indicazioni sul sentiment dei direttori degli acquisti. Acronimo di Purchasing Managers’ Index, il PMI è in grado di fornire una fotografia dettagliata dello stato di salute di un sistema economico poiché riflette la capacità di acquisizione di beni e servizi, tenendo conto di nuovi ordini, produzione, occupazione, consegne e scorte. Giovedì 23 maggio S&P Global diffonderà i dati preliminari sui PMI di Zona Euro, Gran Bretagna e Stati Uniti.

Nel caso di Eurolandia, l’indice del manifatturiero sembrerebbe destinato a confermarsi, come ormai accade dal giugno del 2022, sotto quota 50 punti, quella che fa da spartiacque tra espansione e recessione dell’attività economica, mentre il dato che tasta il polso ai dirigenti del settore dei servizi dovrebbe consolidare sopra questa soglia, riconquistata a febbraio 2024 (rispettivamente 45,7 e 53,3 punti nel mese di aprile). Indicazioni simili dal Regno Unito, con il PMI manifatturiero che ad aprile si è attestato a 49,1 punti mentre quello del terziario ha toccato i 55 punti, e probabilmente anche dagli Stati Uniti, visto che nell’ultima rilevazione il primo dato ha evidenziato un peggioramento a 50 punti tondi mentre il secondo si è attestato a 51,3.

Tra gli altri appuntamenti in calendario segnaliamo gli interventi di Christine Lagarde (n.1 della BCE) e di Janet Yellen (segretario al Tesoro USA) di domani, la pubblicazione dei verbali dell’ultima riunione della Fed di mercoledì e la diffusione, venerdì, dell’indice statunitense che misura gli ordini di beni durevoli. 

 

A questo link è possibile leggere tutta la Weekly Note di Vontobel

 

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