Siamo di nuovo nell’era del “Bad News is Good News”: cattive notizie per l’economia reale forniscono indicazioni positive ai mercati azionari - perché favoriranno l’allentamento delle condizioni monetarie - mentre, per motivazioni opposte, miglioramenti del contesto macroeconomico innescano vendite. Venerdì è stata la volta dei dati relativi l’andamento del mercato del lavoro USA che, battendo le stime (a settembre il saldo delle buste paga nei settori non agricoli è stato positivo per 336 mila unità, quasi il doppio rispetto alle attese), ha immediatamente innescato un ritracciamento degli indici azionari, spinto al rialzo i rendimenti dei Treasury e, di conseguenza, favorito gli acquisti sul dollaro.
I dati non fanno che avallare quello che i banchieri centrali vanno ripetendo da un po’ di tempo: non è il momento di parlare di tagli, i tassi resteranno a livelli elevati per diverso tempo. La lotta all’inflazione è però destinata ad influenzare negativamente un contesto macroeconomico già traballante e che sarà ancora più penalizzato quando le politiche monetarie avranno dispiegato appieno i loro effetti sull’economia. Su questo scenario aleggia minacciosa anche la nube rappresentata dai prezzi di prodotti energetici.
In arrivo l’inflazione USA
Archiviate le payrolls, nel corso della settimana arriveranno nuove indicazioni utili a capire cosa farà la Federal Reserve nel meeting in calendario il prossimo primo novembre. Proprio la Fed, così come il Tesoro americano, oggi osserverà un giorno di vacanza in occasione del Columbus Day (mentre i listini azionari rispetteranno i normali orari di contrattazione).
A livello di dati macro, mercoledì sarà la volta dei prezzi alla produzione statunitensi e delle minute dell’ultimo meeting della Banca centrale USA mentre giovedì l’appuntamento è con i prezzi al consumo. Sul fronte europeo, la settimana inizia con la produzione industriale tedesca, domani attenzione all’analogo dato relativo al nostro Paese mentre venerdì sarà la volta dell’indice di Eurolandia (si tratta di numeri particolarmente utili per capire quanto le politiche restrittive stanno impattando sull’economia reale). Giovedì la Banca Centrale Europea tornerà protagonista con la pubblicazione dei verbali della riunione del 14 settembre.
Venerdì attenzione anche agli importanti dati cinesi sull’andamento del surplus commerciale, dei prezzi alla produzione e dell’inflazione. Dopo il ritorno in territorio positivo nel mese di agosto (+0,1%, dal -0,3% di luglio), da quest’ultimo dato a settembre ci si attende un consolidamento sopra la parità. Inizia oggi, e terminerà domenica 15 ottobre, il meeting annualedella Banca Mondiale e del Fondo Monetario Internazionale.
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