Il prezzo del petrolio sta attraversando una fase di forte volatilità, con il prezzo del Brent e del WTI in calo significativo rispetto ai massimi di inizio anno. In soli due mesi e mezzo, il prezzo del petrolio WTI ha registrato un calo del 18%, portando il valore del barile ai minimi di settembre 2024. Questo movimento ribassista ha inevitabilmente avuto un impatto anche sui prezzi della benzina, specialmente negli Stati Uniti.
In questo articolo e nel video allegato, scopriremo esattamente cosa aspettarci nei prossimi mesi grazie ad analisi fondamentale e stagionalità.
Le cause del ribasso del prezzo del petrolio
Uno dei principali fattori che ha contribuito alla recente discesa del prezzo del petrolio è la fine dell'accordo dell'OPEC+ sui tagli alla produzione. Inizialmente, i membri dell’OPEC+ avevano concordato una riduzione della produzione di circa 2,2 milioni di barili al giorno con l’obiettivo di sostenere i prezzi. Tuttavia, con l’inizio del 2025, questo accordo è stato revocato, e questo porterà ad un graduale ritorno di quei barili sul mercato fino a dicembre 2025.
L’aumento dell’offerta ha quindi esercitato una pressione al ribasso sui prezzi, in linea con la classica legge della domanda e dell’offerta: a parità di domanda, un incremento dell’offerta porta ad un calo del prezzo.
Proiezioni e valutazioni di mercato
Secondo le più recenti previsioni dell’Energy Information Administration (EIA), il prezzo del petrolio Brent dovrebbe oscillare tra i 70 e i 75 dollari al barile nel terzo trimestre del 2025. Tuttavia, con il progressivo aumento delle scorte e la crescita della produzione non-OPEC, il prezzo medio previsto per il 2026 si aggira intorno ai 68 dollari al barile.
Per quanto riguarda il WTI, il prezzo storicamente si mantiene inferiore di circa 3 dollari rispetto al Brent. Pertanto, sulla base delle previsioni attuali, ci si attende un range tra i 67 e i 72 dollari al barile per il petrolio americano per tutto il 2025.
L’impatto della politica commerciale statunitense
Un ulteriore elemento di incertezza è rappresentato dalle politiche commerciali statunitensi. Il presidente Donald Trump ha firmato un ordine esecutivo per l'imposizione di dazi sulle importazioni da Canada, Messico e Cina. Sebbene l’entrata in vigore dei dazi su Canada e Messico sia stata posticipata ad aprile, le tariffe sui prodotti energetici statunitensi da parte della Cina sono già in vigore da febbraio.
L’EIA sottolinea che le attuali previsioni non includono ancora l’impatto dei dazi canadesi, i quali potrebbero portare ad un ulteriore rialzo dei prezzi del petrolio negli Stati Uniti. In particolare, se il Canada imponesse dazi sulle esportazioni di greggio verso gli USA, ciò potrebbe aumentare i costi di importazione per le raffinerie statunitensi, incidendo sul prezzo del petrolio nel mercato interno.
Prospettive a breve termine: una possibile fase rialzista?
Un altro aspetto da considerare è la stagionalità del prezzo del petrolio e l'abbiamo fatto tramite il Forecaster Terminal.
Fonte: Forecaster Terminal
Storicamente, il periodo che va dalla metà di marzo ai primi giorni di aprile è caratterizzato da una tendenza rialzista del prezzo del greggio, con un ritorno medio compreso tra il 5,9% e l’8,7% negli ultimi vent’anni. Se questo trend si confermasse, il prezzo del petrolio potrebbe temporaneamente risalire fino a 73-74 dollari al barile prima di una nuova fase di debolezza.
Per questo motivo siamo propensi ad operare "long" sul petrolio WTI per le prossime settimane.
Analisi tecnica e livelli chiave del Petrolio WTI
Realizzeremo questo trade tramite lo strumento "WTISPOT" offerto dal broker Trive che permette di fare trading sul petrolio senza doverci preoccupare delle scadenze tecniche mensili.
Fonte: Trive.com/it
Dal punto di vista dell’analisi tecnica, il livello chiave da monitorare è quello dei 68 dollari al barile per il WTI. Una rottura decisa di questo livello potrebbe offrire un’opportunità di ingresso per un’operazione rialzista, con un primo target a 70-71 dollari. In alternativa, un approccio più prudente potrebbe essere quello di attendere un ritorno del prezzo verso l’area tra i 65 e i 66 dollari per valutare posizioni "long" con un target a 70 dollari.
Se i dazi canadesi dovessero essere confermati, il target rialzista potrebbe spostarsi leggermente più in alto, intorno ai 71-72 dollari al barile.
Attenderemo quindi la rottura rialzista dei 68$ per posizionarci al rialzo per le prossime 3 settimane, cavalcando la stagionalità.
Disclaimer: File MadMar.