Il Bitcoin è salito sull'ottovolante in questi giorni, mostrando una volatilità che non si vedeva da tempo. Martedì 5 marzo ha realizzato il nuovo record storico di 69.063 dollari, superando il picco di novembre 2021 a quota 68.990 dollari. Ma proprio in quel momento si è scatenato sell-off e le prese di profitto hanno spinto la principale criptovaluta fino a 60.000 dollari. A molti investitori che erano entrati da poco a mercato, magari sulla rottura del precedente massimo, è saltato il cuore in gola temendo di bruciare in un attimo gran parte del capitale, soprattutto se avevano operato in leva.
In breve tempo, però, il Bitcoin è ripartito riportandosi a ridosso dei 67 mila dollari. "Un pump and dump ai precedenti massimi storici ha spazzato via alcune mani più deboli, e sospetto che ora siamo nella fase volatile e irregolare a cui di solito assistiamo quando raggiunge un massimo record", ha affermato Matt Simpson, analista di mercato senior di City Index.
Bitcoin: bolla o oro digitale?
Dall'inizio dell'anno il Bitcoin ha intrapreso un rally imperioso salendo di circa 60 punti percentuali, che fa il paio con il +155% realizzato lo scorso anno. Il calo dei rendimenti sul mercato che hanno agevolato gli asset di rischio, l'
halving che arriverà ad aprile e soprattutto l'approvazione per la prima volta degli ETF spot su Bitcoin da parte della
Securities and Exchange Commission dopo 10 anni di veti, sono stati alla base dell'ascesa della valuta digitale. Il Bitcoin ha recuperato insomma tutto il valore perso in quel drammatico 2022, quando una serie di fallimenti e di scandali hanno gettato fango sul mondo crittografico affossando le quotazioni.
Ora è probabile che, almeno fin quando la criptovaluta si manterrà a ridosso del massimo storico, ci sarà un saliscendi continuo accompagnato da elevata volatilità. Il tema (o dilemma) di fondo, però, è sempre lo stesso: il Bitcoin è una bolla o è oro digitale? Il pubblico è diviso e non solo tra la platea degli investitori.
I sostenitori della prima ipotesi continuano a pensare che l'asset sia totalmente privo di valore intrinseco e non potrà mai avere un ruolo sostitutivo della moneta nelle transazioni finanziarie e commerciali. Tra gli esponenti di spicco da sempre contrarian si colloca forse il più grande investitore di sempre, Warren Buffett, che ha ricucito addosso a Bitcoin l'etichetta di "veleno per topi".
I fan del Bitcoin invece ritengono che l'asset sia la rappresentazione di una nuova frontiera che apre le porte all'oro digitale. In sostanza, la cripto si proporrà in un futuro non troppo lontano come riserva di valore contro l'inflazione e la crisi economica. Una delle più strenue paladine a difesa di Bitcoin è Cathie Wood, regina degli investimenti tecnologici di Wall Street, secondo la quale tra qualche anno la moneta virtuale varrà almeno 500.000 dollari.
Chi ha ragione? troppo presto per dirlo. I banchi di prova ancora sono molti e passano attraverso una regolamentazione dell'industria crittografica. Grandi risalite seguite da fragorosi ricadute se ne sono viste fin troppe in passato.