Questa settimana sarà ricordata a lungo dai fan del
Bitcoin. La principale delle criptovalute ha superato di slancio la
soglia psicologica dei 100.000 dollari portandosi fino ai dintorni di 104.000 dollari. Siamo di fronte a un traguardo storico, di cui si parla da tantissimo tempo e che ha suscitato spesso lo scherno e lo scetticismo di molti detrattori della maggiore criptovaluta.
La spinta per raggiungere la nuova vetta è stata fornita ancora una volta dal neo-presidente eletto degli Stati Uniti,
Donald Trump, che ha nominato il crypto-friendly
Paul Atkins a capo della
Securities and Exchange Commission. In realtà per il business-man repubblicano si tratta di un ritorno presso l'autorità di regolamentazione finanziaria, di cui è stato commissario dal 2002 al 2008. Attualmente, Atkins è co-presidente della Token Alliance, un gruppo di lobby delle criptovalute per la Camera di Commercio Digitale.
Secondo la gran parte degli esperti del settore crittografico, non ci poteva essere nomina migliore per una regolamentazione più favorevole verso gli asset digitali. Questa mossa rappresenta un'inversione a U rispetto alla repressione attuata dall'attuale presidente della SEC Gary Gensler, che si dimetterà dall'incarico a far data dal 20 gennaio 2025. Le aspettative su un ambiente normativo vantaggioso si inseriscono perfettamente in un clima completamente diverso rispetto al passato che si respira intorno alle criptovalute.
Con Trump alla presidenza degli Stati Uniti, il settore potrebbe avere quello sviluppo e quel riconoscimento istituzionale che anela da tanti anni. Il leader repubblicano ha fatto promesse molto impegnative in campagna elettorale, come quella di creare una riserva di Bitcoin negli Stati Uniti e di fare dell'America la patria dove verranno estratte le rimanenti monete.
Bitcoin: ecco perché potrebbe arrivare a 120.000 dollari
Con gli investitori carichi a mille, al momento è difficile immaginare la fine del rally del Bitcoin. Quest'anno, la madre degli asset digitali ha guadagnato oltre il 140%. A questo punto, emerge sempre la lotta interna a ogni investitore se entrare a mercato (o aumentare le posizioni) per non perdere il treno, oppure evitare di farlo (o ridurre le posizioni) in quanto la valuta ha corso troppo e deve rifiatare.
Secondo Nigel Green, Amministratore delegato della società di consulenza finanziaria deVere Group, ci sarà ora una breve fase di vendite, ma nel primo trimestre 2025 il Bitcoin balzerà fino a 120.000 dollari. Questo perché, grazie alle politiche di Trump, assisteremo ad "un'ulteriore adozione e ad un maggiore investimento a livello istituzionale, con un crescente coinvolgimento delle istituzioni finanziarie tradizionali che consolida lo status del Bitcoin di asset class trasformativa".
L'esperto sottolinea come a livello strutturale stiano già accadendo dei cambiamenti importanti, perché ora i grandi investitori istituzionali "trattano il Bitcoin come un'attività chiave in portafogli diversificati, mentre i trader al dettaglio lo vedono come oro digitale". Alla luce di tutto questo, Green ritiene che sia importante avere una prospettiva di lungo termine nell'investimento in Bitcoin. Quindi, "qualsiasi prossima fase di vendita può essere un'eccellente opportunità per coloro che riconoscono il potenziale del Bitcoin nel contesto degli sviluppi economici e politici globali", ha aggiunto.