Le azioni Zealand Pharma sono balzate di oltre il 20% alla Borsa di Londra dopo l'annuncio da parte della società danese di risultati incoraggianti circa la sperimentazione in fase iniziale del suo farmaco anti-obesità. Secondo quanto riportato dall'azienda, il petrelintide ha permesso di ridurre il peso corporeo dei 48 soggetti sottoposti allo studio fino all'8,6% dopo un ciclo di 16 dosi settimanali. Il placebo ha portato a una diminuzione dell'1,7%.
L'aspetto interessante è che il farmaco è risultato "sicuro e ben tollerato a tutti i livelli di dose", ha affermato il comunicato della società Questo significa che può fornire "un'alternativa a terapie a base di agonisti del recettore GLP-1 per la gestione del peso". Tali terapie sono utilizzate per l'obesità e il diabete da parte dei concorrenti Novo Nordisk ed Eli Lilly, che hanno già i farmaci in commercio.
Tra l'altro, come sottolinea David Kendall, chief medical officer di Zealand Pharma, il petrelintide potrebbe "fornire una migliore esperienza del paziente" durante la terapia della perdita di peso. "Il farmaco è molto ben tollerato e può potenzialmente svolgere un ruolo importante come alternativa alle terapie a base di incretine per la gestione del sovrappeso e dell'obesità", ha affermato il medico.
Zealand Pharma entra nei farmaci anti-obesità
La lotta per i trattamenti anti-obesità sta entrando nel vivo, a mano a mano che vanno avanti gli studi sperimentali da parte delle aziende farmaceutiche. La posta in gioco è molto alta perché si ha a che fare con un
mercato miliardario. Oggi Novo Nordisk con
Wegovy (per l'obesità) e
Ozempic (per il diabete), ed Eli Lilly, con
Zepbound (per l'obesità) e
Mounjaro (per il diabete), stanno comandando il settore. Tuttavia, altri provano a farsi largo nelle varie fasi della sperimentazione, tipo Viking Therapeutics, Regeneron Pharmaceuticals e Amgen.
QUI tutte le aziende che li stanno sviluppando.
Zealand Pharma è stata sotto i riflettori anche per la sperimentazione in fase 2 del survodutide, insieme alla società farmaceutica tedesca Boehringer Ingelheim, che finanzia e gestisce lo sviluppo clinico. Il principio attivo è legato alla malattia del fegato nota come MASH (acronimo di Metabolic Dysfunction-associated Steatohepatitis) e ha avuto riscontri positivi nell'83% degli adulti, rispetto al 18,2% delle persone a cui è stato somministrato un placebo. Il punto interessante è che il prodotto ha mostrato un'efficacia straordinaria nelle persone in sovrappeso od obese.
I risultati sullo studio del petrelintide sono un passo avanti notevole perché, come sostengono anche gli analisti di Jefferies, il farmaco "spunta tutte le caselle", ovvero risulta "un'alternativa più tollerabile ai GLP-1" e ha un "potenziale per la perdita di peso almeno alla pari".