A Wall Street c'è un indicatore molto seguito che tiene in apprensione gli investitori. Si tratta del Bloomberg Intelligence Market Pulse Index, che mette insieme sei parametri quali l'ampiezza di mercato, la volatilità, il livello di leva finanziaria, la correlazione, gli spread ad alto rendimento e la performance difensiva rispetto a quella ciclica.
Il suo valore varia da 0 a 1. Numeri vicino a zero indicano un sentiment di forte avversione al rischio, mentre valori prossimi a 1 segnalano una spiccata propensione al rischio. A luglio l'indice si è avvicinato a 0,7, toccando 0,6 per il secondo mese consecutivo. Questo implica un'esuberanza degli investitori che potrebbe essere esagerata.
Solitamente, quando la misura entra in un territorio di surriscaldamento, nei tre mesi successivi il rendimento delle azioni americane tende a indebolirsi. Come riportano gli strategist di Bloomberg, negli ultimi 30 anni l'indice Russell 3000 – un punto di riferimento cruciale di quasi tutto il mercato azionario statunitense – ha registrato un rendimento medio di appena il 2,9% nei successivi tre mesi.
L'indice Pulse è stato implacabile a prevedere i crolli del marzo 2023 quando ci fu la crisi delle banche regionali negli Stati Uniti e prima ancora lo scivolone del dicembre 2018 sulla tempesta dei dazi e l'affondo del 2012 con la crisi del debito sovrano in Europa.
Wall Street: ecco cosa preoccupa
L'aspetto più preoccupante è che dai minimi di aprile il Pulse è salito del 30%, nonostante l'economia e il mercato del lavoro statunitensi abbiano mostrato qualche segno di rallentamento. A questo punto, appare evidente che gli investitori si stiano spingendo verso livelli di rischio che potrebbero essere definiti allarmanti.
"L'assunzione di rischio nel mercato azionario si è un po' surriscaldata, quindi nei prossimi mesi potrebbero esserci rendimenti più contenuti", ha detto Michael Casper, senior US equity strategist di Bloomberg Intelligence. "Ma questo non segnala necessariamente che un sell-off sia imminente. Il sentiment potrebbe oscillare su questi livelli per un po', il che potrebbe portare a un percorso più accidentato per le azioni nella seconda metà dell'anno".
In sostanza, prima che le azioni subiscano un calo significativo, il sentiment di Wall Street può rimanere alto e l'indice Pulse segnare livelli di allarme per diverso tempo. Ciò è successo ad esempio nel gennaio 2021, quando ci fu il fenomeno delle meme stock. Allora l'indicatore espresse valori elevati per più di un anno, anticipando il crollo delle azioni americane.
Meglio la cautela?
Molti operatori da tempo lanciano segnali di avvertimento, anche per i livelli raggiunti ormai dagli indici borsistici americani. Questo è tanto più vero alla luce del fatto che la Borsa di New York è entrata in due mesi, agosto e settembre, tradizionalmente avversi.
Secondo Paolo Schiavone, trader macro di Goldman Sachs, in questo momento gli investitori stanno ignorando la possibilità di una recessione negli Stati Uniti e quindi credono che puntare contro lo slancio del mercato sia "quasi irrazionale". In altri termini, "è probabile che gli investitori non considerino un possibile rallentamento del mercato del lavoro, concentrandosi invece su una forte liquidità e su temi di crescita strutturale come l'intelligenza artificiale e l'espansione del credito fiscale". In tutto ciò, l'esperto vede "segni di miopia poiché il copione è quello di lasciar correre i vincitori a Wall Street dando poco spazio ai fondamentali".
Adam Phillips, Amministratore delegato della strategia di portafoglio di EP Wealth Advisors, ha avvertito che "le azioni hanno fatto molta strada in poco tempo e ora la situazione sembra tesa". Per questo, "non stiamo inseguendo questo rally o schiacciando il pedale dell'acceleratore", ha aggiunto.