I rialzi registrati dagli indici a Wall Street nell'ultima seduta hanno momentaneamente riacceso l'entusiasmo degli investitori, che ora sperano in una ripresa del rally. La corsa dell'indice
S&P 500 si è arrestata il 19 febbraio scorso dopo il raggiungimento dell'ennesimo picco storico a 6.147 punti. Da allora, il mercato ha cominciato a vedere in maniera negativa l'insistenza del presidente USA
Donald Trump a stringere all'angolo gli altri Paesi a colpi di dazi.
Per la verità, tutto ciò era stato ampiamente annunciato già durante la campagna elettorale e comunque prima che il leader repubblicano si insediasse alla Casa Bianca. Solo che Wall Street sottovalutava il problema, scommettendo sul fatto che il tycoon avrebbe fatto marcia indietro. Ora però percepisce che Trump fa sul serio e questo è un problema.
La guerra commerciale scaturita dalle tariffe statunitensi non porta a nulla di buono, secondo le aspettative degli investitori. Soprattutto avanza la preoccupazione che l'economia americana possa scivolare in recessione, dopo averla evitata nonostante gli aumenti dei tassi di interesse della Federal Reserve.
La Borsa americana è quindi diventata dipendente dalle notizie che arrivano sul versante dei dazi. L'ultimo strappo al rialzo infatti è figlio dell'annuncio di Trump secondo cui a partire dal 2 aprile, le tariffe potrebbero essere di fatto meno severe di quelle prefigurate.
Wall Street: per UBS arriveranno altre vendite
La prima seduta della settimana dell'indice S&P 500 si è chiusa a 5.767 punti, in rialzo quasi del 5% rispetto al minimo del 13 marzo a 5.504 punti, ma ancora lontano di 6,59 punti percentuali dai 6.147 del 19 febbraio. Gli osservatori finanziari sono divisi circa le previsioni sul principale listino americano.
Bhanu Baweja, capo strategist di UBS Investment Bank è pessimista e vede l'indice scivolare di 8 punti percentuali verso l'area 5.300 punti nei prossimi 3-4 mesi. A suo avviso, una serie di segnali di avvertimento - quali le aspettative di occupazione, le prospettive di spesa e la fiducia dei consumatori - fanno pensare a un'economia americana in difficoltà.
Tutto ciò metterebbe sotto pressione le azioni a Wall Street. "Se tre mesi fa aveste detto a qualcuno che l'economia degli Stati Uniti avrebbe rallentato, vi sareste fatti prendere in giro", ha affermato. "Ora, all'improvviso, la mancanza di immigrazione e di vantaggio fiscale incrementale si sta manifestando nei dati". Baweja invece vede meglio il mercato obbligazionario, in quanto il rallentamento dell'economia allontana i timori inflazionistici.
La posizione di Baweja è in linea con quella degli strategist di HSBC, che hanno declassato a sottopeso le azioni USA citando propri i rischi legati alla crescita economica. Invece, altri esperti di mercato, tra cui gli analisti di JP Morgan Chase, Morgan Stanley ed Evercore ISI ritengono che il sentiment degli investitori sia migliorato e il pericolo di una recessione sia probabilmente alle spalle. Tuttavia, secondo i dati compilati da Bloomberg Intelligence, gli analisti hanno abbassato la stima della crescita degli utili dell'S&P 500 rispetto all'inizio dell'anno dal 12,5% al 9,5%. Baweja di UBS si aspetta un'ulteriore riduzione.