A Wall Street c'è un indicatore che sta trasmettendo segnali preoccupanti. Si tratta della "
Teoria di Dow", un metodo vecchio di oltre un secolo creato dal giornalista americano Charles Dow ma che in alcune circostanze può essere ancora utile. Questa teoria afferma che gli aumenti o i cali dell'indice
Dow Jones Industrial Average per essere effettivi devono trovare conferma nel movimento dei titoli dei trasporti.
In questo settore, il Dow Jones Transportation Average è preso come riferimento, in quanto è un benchmark costituito da 20 membri che rappresentano il barometro della domanda dei consumatori e dell'industria negli Stati Uniti.
Dal picco di novembre, l'indice dei trasporti è scivolato più del doppio rispetto a quanto ha fatto il più generico Dow Jones Industrial Average dal suo valore massimo di dicembre. Ciò implica che, stando alla Teoria di Dow, il mercato azionario potrebbe imbarcarsi in un territorio ribassista nei prossimi mesi.
Del resto, recentemente, diverse compagnie aeree tipo Delta Air Lines e American Airlines hanno pubblicato prospettive caute per quest'anno a causa della debolezza della domanda, affermando che la perdita nel primo trimestre 2025 sarà circa il doppio rispetto a quella stimata nella guidance precedente. Lo stesso discorso è valso per le proiezioni sulle vendite di alcuni rivenditori come Dick's Sporting Goods Inc. e Kohl's Corp.
"Non è un ottimo contesto per il mercato complessivo", ha detto Todd Sohn, di Strategas Securities. "La debolezza dei due indici Dow evidenzia come i segnali ribassisti stiano iniziando ad arrivare rapidamente da diversi angoli del mercato".
Wall Street: quanto è affidabile oggi la Teoria di Dow
La domanda da porsi in questo momento è se i segnali allarmanti che è possibile scorgere dalla Teoria del Dow debbano essere presi seriamente in considerazione o non siano del tutto affidabili. Alcuni critici di questo indicatore ritengono che l'utilità della teoria è scemata negli anni. Questo perché oggi l'economia è cambiata rispetto al passato, essendo meno guidata dalla produzione industriale e più dai servizi e dalla tecnologia.
C'è però chi la considera ancora valida e, per questo, potrebbe indicare problemi più grandi in futuro. Tra i sostenitori vi è Adam Turnquist, Chief technical strategist di LPL Financial, secondo cui a causa del calo dei due indici, è arrivato il momento di vendere a Wall Street. "Il Dow Jones Industrial Average ha ribaltato e violato i minimi di pullback da gennaio". Da ciò è partito "un segnale di vendita poiché le medie confermano che la tendenza primaria del mercato non è più al rialzo", ha detto.
Se si valuta il contesto, comunque, non c'è da stare molto tranquilli, secondo Lee Klaskow, analista di Bloomberg Intelligence. "L'entusiasmo post elezioni presidenziali sembra aver lasciato il posto a un aumento del pessimismo sull'impatto che i dazi potrebbero avere sull'inflazione e sull'attività economica negli Stati Uniti", ha scritto. Prendendo a riferimento i commenti del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, che ha parlato di un'economia USA in transizione, l'esperto ha affermato che questa "non è una cosa buona per la domanda".