Quanto è pericoloso vendere allo scoperto a Wall Street? Secondo i dati raccolti da S3 Partners, nell'ultima settimana di novembre gli short seller hanno bruciato circa 80 miliardi di dollari, annullando in gran parte i guadagni di quasi 95 miliardi di dollari ottenuti a inizio mese.
Novembre, tradizionalmente positivo per le azioni americane, si era rivelato a un certo punto tra i peggiori degli ultimi decenni, a causa delle preoccupazioni degli investitori per le enormi spese degli hyperscaler sull’intelligenza artificiale e per la possibilità di un rallentamento dell’economia americana. Tuttavia, nell’ultima settimana del mese, Wall Street, con un colpo di reni, è riuscita a chiudere novembre in territorio positivo.
"Gli short sono stati smontati a novembre, restituendo quasi tutti i profitti ottenuti nelle prime tre settimane del mese nell’ultima settimana", ha dichiarato Ihor Dusaniwsky, Amministratore delegato dell’analisi predittiva di S3 Partners. Viene da chiedersi: se anche in condizioni sfavorevoli la Borsa americana è riuscita a emergere, cosa potrebbe fare quando le condizioni diventano ideali?
I fondamentali continuano a giocare contro i ribassisti. Dopo una stagione delle trimestrali tra le più forti degli ultimi anni, gli analisti prevedono un aumento dei profitti del 12,5% nei prossimi 12 mesi (dati forniti da Strategas Asset Management). Inoltre, si è appena entrati in un mese statisticamente forte per Wall Street, con la propensione agli acquisti degli investitori più alta dell’anno.
Stando ai dati forniti da LPL Financial, l’indice S&P 500 ha registrato un guadagno medio dell’1,4% a dicembre e ha chiuso in positivo nel 73% dei casi: si tratta del mese con il più alto tasso di positività in assoluto. In particolare, la forza tende a manifestarsi nella seconda metà del mese, prendendo slancio intorno all’undicesimo giorno di trading.
Come se non bastasse, la Federal Reserve è nel pieno del ciclo di riduzione dei tassi d’interesse e, a dicembre, gli investitori si aspettano un’ulteriore sforbiciata di un quarto di punto, con una probabilità dell’85%.
Wall Street: tempi duri per gli short seller
Tornando alla domanda iniziale, a rigor di logica si profilano tempi duri per i venditori allo scoperto. Ne sono convinti gli strategist di 22V Research, secondo cui un aumento della spesa dei consumatori e degli investimenti nell’intelligenza artificiale sosterrà la produttività e farà crescere i profitti, contribuendo così a sostenere le quotazioni azionarie.
"Essere short in questo momento richiede una grande fiducia in uno scenario economico molto più debole o un cambiamento significativo nelle prospettive per il capex legato all’AI", ha affermato il team guidato da Dennis Debusschere, cofondatore e Chief market strategist di 22V.
Dello stesso avviso è Dave Mazza, Amministratore delegato di Roundhill Investments. "Vendere allo scoperto le azioni in questo momento è eccezionalmente difficile, perché la debolezza continua a rappresentare un’occasione di acquisto per gli investitori", ha detto. "Novembre è passato da essere uno dei peggiori degli ultimi decenni a un mese positivo, e questo tipo di violenta inversione costringe gli short a ritirarsi".