Il mese di giugno ha esaltato le small cap a Wall Street, che hanno sovraperformato le aziende a grande capitalizzazione. L'indice Russell 2000 - che include le società con un valore di mercato inferiore a 2 miliardi di dollari - è salito di oltre l'8% finora in questo mese. Mentre l'S&P 500 - che riguarda i 500 titoli più capitalizzati - è aumentato di circa 6 punti percentuali.
Gli investitori quindi in questo momento stanno puntando sulle piccole aziende e questo è un aspetto significativo. Il Russell 2000 infatti esprime meglio la misura dell'economia americana, proprio per la sua attenzione alle aziende di basso profilo che ricoprono la gran parte degli strati economici del Paese.
Il mercato ha iniziato a comprare le small cap quando i dati del mercato del lavoro hanno tracciato un
quadro del mondo occupazionale estremamente resiliente alle strette aggressive sui tassi d'interesse della
Federal Reserve perseguite per 15 mesi. Soprattutto gli acquisti arrivano in un contesto in cui l'S&P 500 è entrato in territorio rialzista, avendo attuato un rally di oltre il 20% dai minimi di ottobre.
Wall Street: bisogna comprare le small cap?
Uno degli aspetti che colpisce gli analisti riguarda il fatto che gli investitori stanno superando la crisi bancaria di marzo, come è dimostrato proprio dalle performance del Russell 2000, in cui i titoli bancari rappresentano il settore più pesato dopo quelli industriale e della sanità. "Vedere l'indice guadagnare supporto suggerisce che stiamo finalmente andando oltre la preoccupazione che un altro titolo relativo alle banche stia per mandare in tilt i mercati finanziari", ha dichiarato Quincy Krosby, chief global strategist di LPL Financial.
Il grande quesito per un investitore ora è se sia o meno il caso di entrare in acquisto delle small-cap americane. L'operazione è rischiosa, perché la Fed ha sospeso i rialzi sul costo del denaro, ma probabilmente ne ha in serbo altri due a partire da luglio per dare scacco matto all'inflazione. Questo significa che l'economia americana probabilmente entrerà in recessione nella seconda parte del 2023.
Solitamente, quando si verificano situazioni del genere, le small cap sono le prime a essere vendute, perché gli investitori preferiscono rifugiarsi nelle grandi aziende già collaudate. "È molto più difficile per loro ottenere finanziamenti, di solito hanno saldi di cassa e cuscini molto più piccoli per proteggersi dai tempi difficili", ha affermato Marija Veitmane, senior multi-asset strategist di State Street Global Markets, riferendosi alle small cap.
C'è un altro fattore che non verte propriamente a favore dei titoli a bassa capitalizzazione e riguarda i multipli. Oggi il Russell 2000 è negoziato a 24 volte gli utili attesi per il 2023. L'indice è più economico rispetto al Nasdaq, scambiato a 36 volte, ma più caro in confronto al benchmark più ampio dell'S&P 500. "Ovviamente le small cap sono convenienti rispetto alle large cap tech, ma se si guarda al mercato più ampio non pensiamo che siano così convenienti o così sotto-possedute", ha affermato Emiel van den Heiligenberg, responsabile dell'asset allocation di LGIM.