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SPAC hanno completato quest'anno a Wall Street un ciclo fallimentare iniziato durante la pandemia e che ha portato al default almeno 21 aziende che si sono quotate in Borsa.
Gli investitori ci hanno rimesso dall'insolvenza generale oltre 46 miliardi di dollari nel 2023, secondo i dati forniti da Bloomberg. Sono molte le società di assegni in bianco che hanno deluso le aspettative, dalle startup di veicoli elettrici, alle società di software e alle aziende agricole.
Durante il periodo pandemico, le SPAC erano riuscite a catturare l'attenzione degli investitori operando in settori in grande crescita e con ottime potenzialità di sviluppo, ma ora il mercato è entrato in contatto con una realtà molto diversa, caratterizzata da società in perdita e che hanno tradito le attese della vigilia.
La verità è che molte di queste società avevano effettuato proiezioni troppo ottimistiche sulla loro attività, facendo cadere nella rete molti investitori ignari di quello che ci stava dietro. All'inizio del decennio poi ha contribuito l'entusiasmo intorno alle azioni meme, avvalorato dalla promessa di valutazioni elevate. Ciò ha incoraggiato molte aziende private a completare le fusioni con le SPAC a un ritmo eccessivamente elevato.
SPAC: ecco quali sono i maggiori fallimenti
L'elenco delle entità nate da una combinazione tra le società con assegni in bianco e le aziende private è lungo. Uno dei più eclatanti riguarda WeWork, l'azienda che affitta i locali adibiti a postazioni di lavoro in comune. Al momento della quotazione in Borsa nel 2021 aveva una capitalizzazione di 9,4 miliardi di dollari, ma a novembre 2023 ha presentato l'istanza di protezione al Chapter 11 della legge fallimentare statunitense.
Il produttore di veicoli elettrici Lordstown Motors aveva raggiunto un valore di mercato di 5 miliardi di dollari prima di dichiarare bancarotta a inizio anno. A mandare a picco l'azienda americana dell'Ohio è stato un rapporto del venditore allo scoperto Hindenburg Research, in cui Lordstown è stata accusata di non aver mai venduto il numero di camion Endurance che aveva progettato. A seguito della presentazione dell'istanza al Chapter 11 a giugno, il direttore finanziario della società ha testimoniato di aver venduto meno di 40 veicoli.
Anche la società di software Near Intelligence Inc. ha fatto ricorso alla protezione del Chapter 11 a dicembre, meno di 9 mesi dopo il debutto delle sue azioni al Nasdaq.
"È stata una bomba a orologeria di fallimenti aziendali che si è materializzata nel 2023. Tutti avrebbero dovuto prevedere l'arrivo di questa scogliera", ha affermato Usha Rodrigues, professore di legge presso l'Università della Georgia ed esperto di SPAC.
Ecco cosa potrebbe succedere nel 2024
Gli azionisti delle SPAC hanno fatta causa alle società e agli sponsor, sperando di poter recuperare almeno in parte le perdite subite. Mentre alcuni accusano le autorità di regolamentazione di non aver posto un freno alla mania delle SPAC. Per la verità il presidente della
Securities and Exchange Commission, Gary Gensler, aveva lanciato l'allarme. Quando poi nel marzo 2022 il regolatore aveva proposto nuove regole orientate a chiedere ulteriori informazioni sugli sponsor in modo da tutelare gli investitori, le grandi aziende di Wall Street hanno iniziato a prendere le distanze dalle società di assegni in bianco e l'hype delle SPAC si è dissolto.
Cosa aspettarsi ora? Mentre le cause in tribunale andranno avanti, la situazione per il 2024 non promette molto di buono. Tante società avranno bisogno di ulteriori finanziamenti per continuare ad operare e, con i tassi di interesse alti, tutto diventa molto più complicato. Secondo i dati rilasciati dalla società di software di ricerca sugli investimenti Hudson Labs, quasi il 44% delle SPAC nel 2023 ha segnalato avvisi di continuità aziendale, praticamente il doppio rispetto a tutte le altre società. Questo significa che, in queste condizioni, è più logico attendersi un'altra ondata di fallimenti.