L'indice S&P500 si avvia deciso verso la soglia psicologica di 4.000 punti e nulla fa pensare che il traguardo non sia raggiunto in brevissimo termine. Dall'inizio del 2021 il principale listino americano ha messo a segno una crescita del 4,1% e anche oggi i futures sono orientati al rialzo.
Gli investitori sono in questo momento guidati da una visione positiva sul futuro dei mercati azionari. Anche se nella realtà dei fatti non è così, la percezione che si ha è che, grazie ai vaccini, il Covid-19 ha i giorni contati.
Questo giocoforza comporta che l'economia statunitense sia destinata a una ripresa solida e di lunga durata e le società americane, soprattutto quelle molto resilienti durante la crisi, possano sfoderare risultati aziendali di grande livello.
Wall Street: cosa succede all'S&P 500 a quota 4.000 punti
Quindi la domanda che gli operatori di Wall Street si fanno è cosa potrebbe accadere una volta trovatisi in prossimità della vetta 4.000 dollari. Partendo dal presupposto che i corsi azionari sono ovviamente costosi e i multipli di conseguenza ben superiori alla media storica, vi sono delle osservazioni che andrebbero fatte.
Gli analisti stanno rivedendo al rialzo le stime degli utili, alla luce del piano gigantesco di 1.900 miliardi di dollari confezionato da Joe Biden. Infatti l'EPS generale stimato per il 2021 potrebbe arrivare a 180 dollari, in aumento del 3% rispetto alle previsioni attuali. Questo verrebbe inevitabilmente incorporato nei prezzi delle azioni, con un premio al rischio rispetto ai bond decennali USA superiore al 3,3% di questo momento.
A supportare tale quadretto vi è lo slancio dato dal vaccino. Negli Stati Uniti la campagna di vaccinazione procede a passo spedito e nell'ultimo mese i casi di infezione sono diminuiti del 56%. Questo è un segnale che la strada maestra è quella e presto potrebbe portare alla soluzione finale nei confronti della pandemia. Sarà solo da vedere quanto di tutto ciò sarà stato scontato dal mercato e quanto spazio quest'ultimo avrà ancora per crescere.
Sullo sfondo ci sarà sempre da considerare la presenza vigile della Federal Reserve, la quale almeno fino al 2023 terrà i tassi fermi, preoccupandosi poco di una ripresa dell'inflazione. Tassi bassi, uniti a iniezioni abbondanti di liquidità, indubbiamente contribuiranno a mantenere alte le quotazioni azionarie per due ragioni. Una perché investire in azioni garantisce una maggiore ritorno economico in rapporto al rischio, dal momento che le alternative d'investimento presentano rendimenti prossimi allo zero. Un'altra perché buona parte del denaro messo a disposizione dalla Banca Centrale statunitense si riverserà in Borsa.
Wall Street: 3 rischi per l'indice S&P 500
Tuttavia ci sono sempre dei rischi che bisogna considerare e che potrebbero mettere sotto pressione il mercato azionario. Ne abbiamo individuati 3:
- Le varianti del Covid-19 rendono meno efficaci i vaccini e quindi questo significherebbe una più lenta immunizzazione della popolazione che ritarderebbe le riaperture e la ripresa economica;
- Lo stimolo fiscale non sarà sufficiente a riattivare la domanda dei consumatori, i quali sono stati molto provati durante la pandemia e preferiscono continuare a mantenere le proprie risorse nei risparmi piuttosto che destinarli nella spesa;
- Le aspettative d'inflazione e i rendimenti obbligazionari aumentano in maniera rapida, rendendo meno conveniente investire in titoli azionari.