Il primo semestre del 2024 per Wall Street è stato straordinario, con un guadagno dell'indice S&P 500 del 15,3%. Gli acquisti sono stati guidati dagli utili eccezionali soprattutto delle grandi aziende tecnologiche, che hanno finora sfruttato la potentissima arma dell'intelligenza artificiale. In particolare è stato il produttore di chip Nvidia a dominare le scene, contribuendo per il 4,6% alla performance dell'S&P 500. I Magnifici Sette insieme hanno portato 9,1 punti percentuali. Una concentrazione così marcata non si vedeva insomma da decenni.
Il settore tecnologico in genere è stato il più performante nei primi sei mesi dell'anno, con un guadagno del 28%, seguito dai servizi di comunicazione con il 26%; l'unico settore ad aver registrato un calo è quello immobiliare, che risente di una crisi che va oltre la situazione statunitense. Il mese di giugno è stato particolarmente prolifico, con un guadagno del principale benchmark del 3,6%, ben oltre la media del 2,2% degli ultimi sei anni. Questo conferma che il vecchio adagio "sell in may and go away" non ha funzionato, osservano gli strategist di Bank of America.
Se si estende l'analisi agli ultimi 12 mesi, si può osservare come "l'indice abbia raggiunto 31 massimi storici, con 179 titoli che hanno toccato nuovi top", sottolineano gli esperti della banca americana. In tale contesto, "gli Stati Uniti sono stati la regione con la migliore performance nel primo semestre, superando i titoli internazionali".
Wall Street: per BofA il rally può continuare
Le vette raggiunte da Wall Street potrebbero provocare vertigini alla luce del fatto che probabilmente l'economia americana rallenterà nei prossimi mesi e che le elezioni americane di novembre aumenteranno l'incertezza. Dall'altro lato, però, c'è la
Federal Reserve che prima della fine dell'anno dovrebbe iniziare una serie di tagli ai tassi di interesse. La tempistica ancora incerta di quando ciò avverrà, tuttavia, rappresenta un ulteriore elemento di nervosismo.
Nell'ultima riunione i funzionari della Fed hanno indicato un solo taglio, con la possibilità di arrivare a un secondo se le condizioni dell'economia statunitense lo richiedessero. Quando comincerà a muoversi in tale direzione non è dato di saperlo perché, come ha sottolineato il governatore Jerome Powell, tutto dipenderà dai dati macro, in particolare da quelli relativi all'inflazione core e al mercato del lavoro. Stando alle indicazioni degli esponenti della Banca centrale, sembra che sarà novembre il mese chiave, anche se gli investitori scommettono in una mossa già a settembre. Sulla svolta accomodante però sembrano esserci pochi dubbi e questo forse sta sostenendo le quotazioni in questo momento.
L'altro grande punto interrogativo allude all'intelligenza artificiale, o meglio alla sua capacità di tenere vivo l'entusiasmo del mercato. Qualcuno parla di bolla evocando il disastro delle dot-com di inizio millennio. Allora era Internet il motivo delle quotazioni gonfiate dei titoli in Borsa, ora potrebbe essere proprio l'AI (Artificial Intelligence). In verità sono poche le aziende tecnologiche che hanno mostrato scientificamente l'impatto positivo attuale e prospettico sui propri conti della nuova tecnologia. Questo potrebbe far venire i nodi al pettine e sgonfiare quindi valutazioni eccessive. C'è da dire che rispetto ai titoli tecnologici di 24 anni fa, le azioni attuali hanno fondamentali molto più solidi. All'epoca le società che vi stavano dietro erano per la maggior parte aziende in perdita; oggi le aziende sono redditizie e riportano utili in costante crescita.
Fa paura in effetti la concentrazione in merito alla performance di Wall Street, con pochi titoli a trainare le quotazioni. Ma questo sarà davvero un problema? Per BofA non lo è, anzi la banca ritiene che il rally coinvolgerà altri partecipanti finora rimasti dietro. "La ristrettezza del mercato non è foriera di un sell-off, ma pensiamo che suggerisca che il mercato probabilmente si allargherà", hanno detto gli strategist.
La banca dà uno sguardo anche ai titoli a piccola capitalizzazione, più sensibili alla variazione dei tassi di interesse. Tuttavia, l'istituto finanziario americano rimane selettivo sulle small cap, almeno "fino a quando non avremo maggiori conferme sulla ripresa degli utili e sui tagli della Fed", hanno scritto gli strategist.