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Oggi il Tribunale Federale della California si pronuncia sulla causa legale che vede coinvolti Epic Games e i giganti della tecnologia Apple e Google;
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Le accuse da parte dello sviluppatore di Fortnite riguardano le alte commissioni dei big tech e quindi l'abuso di posizione dominante;
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Una sentenza a favore di Epic potrebbe creare qualche turbolenza sulla società di Cupertino, viste le pressioni attualmente del Congresso e dei Regolatori
Attesa febbrile per l'udienza di oggi del Tribunale Federale della California sul caso Fortnite che riguarda Apple e Google. Il mese scorso Epic Games, il produttore del videogioco online, aveva citato in giudizio le due big tech per pratiche degli app store in conflitto con la legge antitrust.
Dal canto loro i giganti tecnologici hanno affermato che Epic Games ha introdotto un sistema di pagamento non autorizzato per Fortnite, aggirando la commissione del 30% sugli acquisti nelle app degli store Google Play e App Store. Il 26 agosto 2020, lo sviluppatore di videogiochi aveva ottenuto una vittoria parziale con il pronunciamento un pò salomonico del giudice federale della California, Yvonne Gonzales Rogers.
Il verdetto infatti ha sancito che Epic Games potrà avere l'accesso agli strumenti di sviluppo software di Apple ma dovrà rimanere temporaneamente fuori dall'App Store. La ragione è che l'azienda della Carolina del Nord non sarebbe stata in grado di provare il rischio di un "danno irreparabile" dalla rimozione di Fortnite dallo store.
Epic Games contro Apple: una battaglia senza frontiere
La contesa legale che pone al centro il videogioco che vanta più di 250 milioni di player a livello mondiale sta catalizzando l'interesse di molti, visto che coinvolge i due più grandi app store del mondo. Secondo Epic, sebbene aiuti a produrre miliardi di dollari all'anno, l'App Store di Apple ha una commissione eccessiva, impedendo così all'esterno di elaborare le transazioni dei clienti in maniera autonoma.
In questo modo la società guidata da Tim Cook eserciterebbe un abuso di posizione dominante, schiacciando la concorrenza e in palese contrasto con la legge dell'Herman Antitrust Act del 1890 in tema di monopolio. Portando avanti questa strenua lotta, Epic ha coinvolto diverse aziende e gruppi commerciali per sostenere la causa. L'obiettivo è stato quello di creare una coalizione forte che avesse maggiore potere contrattuale e rischiasse meno di essere asfaltata dal peso specifico dei giganti dell'alta tecnologia.
Apple e Google ribadiscono che le commissioni adottate sono perfettamente in linea con quelle stabilite da altri app store e che anzi servono per coprire le spese per la riservatezza dell'utente che utilizza tali piattaforme. Tuttavia Cupertino ha mostrato una certa flessibilità concedendo ad alcune aziende una dilazione nel pagamento della commissione del 30% fino alla fine dell'anno, per via del Covid-19.
Sentenza della Corte: quali effetti potrà avere?
La sentenza del giudice potrebbe provocare qualche scossone per Apple, visto che l'azienda fondata da Steve Jobs oggi si trova a dover sbrigare diverse grane con l'Antitrust. E inoltre il produttore di iPhone risulta tra quei colossi della tecnologia che devono rispondere alle insidie del Congresso americano e di altre Autorità regolamentari di tutto il mondo sull'operatività e sull'influenza che esercitano con la loro posizione di mercato.
Un verdetto quindi a favore di Epic romperebbe certi equilibri e secondo David Hoppe, avvocato con specializzazioni in tecnologia e media presso Gamma Law a San Francisco, il caso si risolverebbe in sei mesi. Viceversa, la vicenda potrebbe anche andare avanti per anni.
Secondo Paul Swanson, avvocato antitrust di Denver presso Holland & Hart LLP, la legge non proibisce a una società di imporre qualsiasi addebito di copertura dei propri prodotti. In questo caso quindi, Apple avrebbe deciso semplicemente di ricavare tale somma dalla commissione del 30% piuttosto che dall'aumento delle vendite di iPhone.
Comunque a parere di molti osservatori legali, Epic e Apple non sono due competitors degli stessi mercati, per questo motivo sarebbe molto difficile per il primo riuscire a dimostrare di avere subito effettivamente un danno irreparabile dalla politica del secondo. A prescindere da tutto resta il fatto che in tutto il mondo circolano più di 900 milioni di iPhone targati Apple e il solo modo per accedervi alle app come Fortnite è attraverso lo store dell'azienda. E questo può fare la differenza.