Dopo
Goldman Sachs, la stagione delle trimestrali dei colossi finanziari USA continua con
Morgan Stanley. Nel terzo trimestre del 2020 l’istituto di credito ha generato un utile per azione di 1,66 dollari, oltre le stime di 1,28 dollari. I ricavi netti si sono attestati a 11,657 miliardi di dollari, con il dato superiore del 16% rispetto al medesimo periodo del 2019.
Buone performance anche per il comparto Sales & Trading, che ha registrato ricavi per 4,154 miliardi di dollari, il 20% in più sul 2019. Il Consiglio di Amministrazione dell’azienda ha
deliberato un dividendo trimestrale di 0,35 dollari ad azione, pagabile il 13 novembre prossimo.
Tra luglio e settembre, le
previsioni per le perdite su crediti si sono attestate a 111 milioni di dollari, ben al di sopra rispetto ai 52 milioni del 3° trimestre 2019, ma molto inferiori agli 239 milioni di dollari dei tre mesi precedenti. Al 30 settembre 2020, il fondo svalutazione crediti era pari a 1,3 miliardi di dollari, l’8% in più rispetto al 2° trimestre.
James P. Gorman, Presidente e Amministratore Delegato di Morgan Stanley, ha commentato: “Abbiamo conseguito dei risultati trimestrali solidi, in quanto i mercati sono rimasti attivi durante i mesi estivi e il nostro modello di business equilibrato ha continuato a fornire rendimenti elevati e costanti. Il completamento dell'acquisizione di E*TRADE, il successivo upgrade del rating da parte di Moody's e l'acquisizione recentemente annunciata di Eaton Vance rafforzano in maniera significativa la nostra società e ci posizionano bene per una crescita futura”.
Azioni Morgan Stanley: analisi tecnica e strategie operative
I risultati positivi del terzo trimestre 2020, spingono le azioni Morgan Stanley a Wall Street a dispetto dei ribassi generalizzati che stanno colpendo oggi gli asset di rischio. Da un punto di vista grafico, il titolo continua a mantenersi in una
situazione di massimi decrescenti dallo scorso 2 settembre.
I prezzi hanno fornito un
segnale decisamente positivo superando la linea di tendenza che unisce i top del 17 gennaio e 12 febbraio 2020, la quale costituisce una sorta di centro di gravità. Le quotazioni sembrano quindi
mirare ad un nuovo pullback di tale livello dinamico per poi tentare un approdo verso la coriacea resistenza a 53,51 dollari, espressa dai massimi del 16 luglio 2020 e ultimo ostacolo prima di poter riassorbire totalmente le perdite messe a segno durante il sell-off di inizio anno.
Rimane tuttavia
importante che non si verifichi un ritorno al di sotto dei 46 dollari, in quanto verrebbe effettuato il breakout della trendline supportiva che unisce i minimi del 29 maggio e 24 settembre 2020. Una violazione di tale ostacolo darebbe modo agli operatori ribassisti di spingersi almeno fino il sostegno di area 42 dollari.
Operativamente, si potrebbe
valutare una strategia di natura long nel caso in cui le quotazioni arrivino in zona 48,7 dollari. Lo stop loss sarebbe localizzato a 45,5 dollari, mentre l’obiettivo a 52,2 dollari.