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Intesa Sanpaolo gioca la carta cash per stimolare gli azionisti di UBI ad aderire all'OPS;
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Le principali Fondazioni presenti nel capitale di UBI fanno sapere di avere aderito all'offerta;
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Per gli analisti l'adesione non può essere rifiutata perché apporta valore per tutti
Il matrimonio s'ha da fare. Intesa Sanpaolo cala l'asso e indirizza la partita nella manche definitiva con UBI Banca: ogni azione portata in adesione avrà un surplus di 0,57 euro cash. È questa la decisione che il gruppo guidato da Carlo Messina ha comunicato venerdì a mercati chiusi. Secondo il CEO della prima banca italiana l'obiettivo è quello di creare valore per tutti gli stakeholders, preservando pienamente la capacità reddituale e la solidità patrimoniale del gruppo e distribuendo ai propri azionisti dividendi elevati e sostenibili.
A questo punto il premio rispetto ai prezzi del 14 febbraio per i soci sottoscrittori di UBI Banca sale al 44,5% con una valorizzazione del titolo di 4,824 euro. Dai dati diffusi da Borsa Italiana, fino a venerdì il totale delle adesioni è stato di oltre 44 milioni di titoli, che corrisponde al 3,85% delle azioni in offerta; dopo questa mossa si aspetta una crescita notevole.
Qualora l'OPS dovesse riscontrare un'adesione totalitaria, le azioni assegnate arriverebbero a quasi 2 miliardi, ovverosia a una cifra corrispondente al 10% di tutte le azioni Intesa Sanpaolo. Il valore monetario dell'operazione invece corrisponderebbe a 4,1 miliardi di euro così suddivisi: 3,5 miliardi in azioni e 652 milioni in cash. Ricordiamo che l'ultimo giorno utile per aderire all'offerta è venerdì 31 luglio 2020.
OPS Intesa Sanpaolo-UBI Banca: il sì delle Fondazioni
Il premio per le Fondazioni che aderiscono all'offerta è quantificato in circa 80 milioni di euro e qualcosa di significativo si è da subito messo in movimento.
La Fondazione Banca del Monte di Lombardia ha immediatamente deliberato di partecipare all'OPS una volta sentito l'advisor Socièté Genèrale. L'ente, che detiene il 4,96% di UBI Banca, ha apprezzato in modo particolare sia la politica di Intesa Sanpaolo rivolta al welfare e ai giovani, che sono ambiti di competenza della Fondazione, sia quella di maggiore erogabilità dei dividendi.
Anche la Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo sarà della partita. Sebbene il primo azionista istituzionale con il 5,91% di UBI Banca avesse espresso inizialmente delle perplessità sulla reale valorizzazione della banca lombarda, approfondendo gli aspetti tecnici in realtà è venuto fuori che l'apporto monetario per la stessa Fondazione si quantificherebbe in 40 milioni di capitale. Questo in aggiunta all'ultimo valore di mercato della quarta banca italiana significherebbe un carico contabile per il titolo non irrilevante.
Al di là degli aspetti squisitamente economici sono stati apprezzati dall'ente cuneese gli impegni del gruppo torinese in ambito sociale, come la creazione di una nuova direzione regionale a Cuneo e il mantenimento delle linee di credito per fare in modo di favorire l'assunzione dei giovani nella provincia piemontese.
OPS Intesa Sanpaolo-UBI Banca: per gli analisti è irrinunciabile
Equita Sim non ha il minimo dubbio, questa è un'operazione che andrebbe fatta senza esitazioni. Per gli azionisti di UBI Banca l'ultima offerta con il bonus in denaro significa un premio del 40% superiore rispetto alla media che solitamente viene offerto agli azionisti negli affari di questa natura. Oltretutto il gruppo guidato dal duo Messiah-Moratti farebbe capo al 63% del valore attuale delle sinergie, che è una condizione che è irripetibile se rapportata alla dimensione dei due istituti di credito coinvolti nel business.
Per la Sim milanese l'impatto su UBI banca sarebbe rilevante dal punto di vista del pricing con il P/TE che passerebbe da 0,44 a 0,52. Su Intesa Sanpaolo l'esborso monetario non avrebbe di fatto alcun impatto sostanziale, con un EPS stimato in crescita del 6% nel 2023 e un ROI di oltre il 20%. Quanto al CET1 del colosso bancario gli analisti si attendono una riduzione di 10 basis point in quanto il capital gain di 350 milioni derivante dal deal andrebbe a compensare l'esborso di 650 milioni del premio cash.
A giudizio degli esperti infine il target price di Intesa Sanpaolo è di 2,2 euro, mentre quello di UBI Banca rimane a 2 euro. La reazione in Borsa delle due azioni è stata molto diversa: UBI vola dell'12,33% a 3,66 mentre l'andamento di Intesa Sanpaolo è molto più contenuto con un calo dello 0,11% a 1,83.