Ad un'ora dall'avvio delle contrattazioni le azioni JP Morgan salgono dell'1,7% in scia della pubblicazione della trimestrale che, nell'inaugurare la nuova earning season, ha battuto le attese degli analisti.
L'aumento dei tassi da parte della
Federal Reserve ha fatto crescere i rendimenti sul mercato e le banche sono state particolarmente veloci nell'adeguare i tassi applicati su mutui e finanziamenti, mentre si sono mosse con molta lentezza con quelli riconosciuti ai depositi dei clienti. Due velocità che, in special modo nel caso di JP Morgan, hanno fatto
salire il margine di intermediazione.
JP Morgan: i numeri della trimestrale
Scendendo nel dettaglio, la banca d'affari americana ha riportato ricavi per 33,49 miliardi di dollari, superando le stime del consensus di 32,1 miliardi e facendo registrare una crescita del 10%. L'utile è stato di 9,74 miliardi di dollari, o 3,12 $ per azione, superiore alle stime a 2,88 dollari, sebbene abbia evidenziato un calo del 17% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
Ad aver influito positivamente è stato, come accennato, il reddito derivante dagli interessi. La banca ha raccolto circa 17,6 miliardi di dollari, con un incremento nel trimestre del 34%, grazie a tassi più elevati e all'espansione del portafoglio prestiti. Gli analisti si aspettavano introiti per interessi per meno di 17 miliardi di dollari. Le attività finanziarie però sono in perdita, a causa dell'ampio calo del settore nel trimestre. JP Morgan ha riportato un passivo di 959 milioni di dollari su titoli, che ha impattato sul risultato netto per circa 24 centesimi per azione.
JP Morgan: la guidance
Nei prossimi mesi JP Morgan si muoverà in un ambiente convulso che interesserà tutte le banche del settore. La politica monetaria della Fed rischia di far scivolare l'economia americana in recessione e quindi produrre un calo dell'occupazione e una riduzione della domanda per i servizi bancari. Questo potrebbe portare a una crescita dei crediti in sofferenza, con maggiori perdite derivanti dalle inadempienze e costi superiori per gli accantonamenti.
Lo scenario, che si prospetta non molto esaltante, è stato riassunto dalle parole dell'Amministratore Delegato Jamie Dimon, durante la presentazione dei dati. "Ci sono significativi venti contrari di fronte a noi, con un'inflazione ostinatamente elevata che porta a tassi di interesse globali più alti, gli impatti incerti della stretta quantitativa, la guerra in Ucraina, che sta aumentando tutti i rischi geopolitici, e il fragile stato dell'offerta e dei prezzi del petrolio", ha affermato il CEO.
"Mentre speriamo per il meglio, rimaniamo sempre vigili e siamo preparati per i cattivi risultati", ha concluso. Le affermazioni di Dimon ricalcano quanto aveva riferito il mese scorso il Presidente di JP Morgan Daniel Pinto, che preannunciava una decisa contrazione delle attività di IPO e dell'investment banking.